leggende orientali – TOO-TOO-MOO E IL GIGANTE

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Racconto popolare dell’Indonesia

Tradotta da Dario55

Too-too-moo e il Gigante

Un tempo nell’isola di Giava viveva una ragazzina che si chiamava Too-too-moo. Viveva con la mamma nella foresta in una casetta di una sola stanza. Erano povere, ma felici.
O meglio, sarebbero state felici, se non fosse stato per il terribile gigante che si presentava ogni giorno.
Ogni mattina, quando Too-too-moo si svegliava, si legava i capelli in una crocchia con una lunga forcina. Poi correva nel bosco per aiutare la mamma a raccogliere legna da ardere ed erbe da vendere al mercato del villaggio.
Fatto questo, la mamma cuoceva una pentolina di semplice riso e la divideva con Too-too-moo per colazione. Poi faceva cuocere un’enorme pentola di porridge dolce. Lo preparava con gustosa farina di riso, latte di cocco profumato e tantissimo zucchero.
Ma nemmeno un bocconcino di quel porridge era per Too-too-moo e sua mamma. Era tutto per il gigante. La mamma sapeva che, se il gigante fosse arrivato e non avesse trovato una pentola piena di porridge, avrebbe mangiato Too-too-moo al suo posto!
Poi la mamma usciva per andare al mercato, mentre Too-too-moo si occupava dei lavori domestici. Scuoteva all’esterno le stuoie e lavava i pochi piatti di casa. Poi usciva a giocare.
Poco dopo sentiva il terribile passo del gigante.
BOOM! BOOM! BOOM!
Too-too-moo correva in casa, afferrava la pentola di porridge, la posava fuori davanti alla porta di casa, poi chiudeva e sprangava la porta. Poi si rannicchiava tremante in un angolo.
Il gigante si avvicinava alla casa. Con un enorme dito bussava alla porta – Toc, toc, toc. Poi chiamava:
«Too-too-moo! Dove sei?»
E Too-too-moo rispondeva:
«In casa».
«E dov’è tua mamma?»
«Al mercato».
«E dov’è il mio porridge?»
«Nella pentola!»
Il gigante prendeva la pentola e ingoiava il porridge in un solo enorme boccone. Poi gettava via la pentola e tornava nella foresta.
Questo accadeva tutti i giorni.
Quando la mamma tornava a casa alla sera, portava del cibo che aveva comperato con i soldi guadagnati al mercato. Ma dato che doveva nutrire il gigante, non ne aveva mai abbastanza per lei e la figlia.
Un giorno la mamma non riuscì a vendere come al solito. Quando tornò a casa, non aveva abbastanza provviste per nutrire il gigante. Lei e Too-too-moo avevano sempre più fame. Il giorno dopo fu la stessa cosa. E così il giorno dopo ancora.
Too-too-moo e la mamma stavano morendo di fame.
Il quarto giorno Too-too-moo si alzò, si legò i capelli, e aiutò la mamma a raccogliere legna da ardere ed erbe. Poi la mamma preparò il porridge per il gigante e andò al mercato.
Il dolce profumo del porridge riempiva la casetta. Too-too-moo aveva tanta fame, non riusciva a resistere.
“Ne mangio solo un cucchiaio” , pensò. “Il gigante non se ne accorgerà mai” .
Too-too-moo tolse il coperchio alla pentola e mangiò un cucchiaio. Ma aveva troppa fame per fermarsi! Prima che se ne accorgesse, un quarto di porridge se n’era andato.
Poi udì il terribile passo del gigante.
BOOM! BOOM! BOOM!
Too-too-moo coprì velocemente la pentola, la mise sui gradini della casa, chiuse la porta e la sprangò. Poi si rannicchiò tremante in un angolo. Il gigante si avvicinò alla casa. Con un enorme dito bussò alla porta – Toc, toc, toc. Poi chiamò:
«Too-too-moo! Dove sei?»
E Too-too-moo rispose:
«In casa».
«E dov’è tua mamma?»
«Al mercato».
«E dov’è il mio porridge?»
«Nella pentola!»
Il gigante tolse il coperchio, assaggiò il porridge e disse:
«Questa pentola non è piena!», ruggì il gigante, gettando via la pentola, e chiamò di nuovo:
«Too-too-moo! Dove sei!?»
Too-too-moo non rispose.

Too-too-moo e il GiganteSenza un attimo di esitazione, il gigante buttò giù la porta. Allungò il suo lungo braccio e cercò tutto intorno finché trovò Too-too-moo. La trascinò fuori casa, la portò alla bocca e la inghiottì in un sol boccone.
Too-too-moo rotolò nello stomaco del gigante.
«Per favore! Lasciami andare», gridava.
Ma il gigante non l’ascoltò, girò sui suoi passi e tornò nella foresta.
Too-too-moo gridava e tremava di paura. Poi improvvisamente si ricordò della lunga forcina.
La tolse velocemente dai capelli. L’afferrò con entrambe le mani e la conficcò nello stomaco del gigante.
«AHIAAAA!», gridò il gigante.
Too-too-moo conficcò di nuovo la forcina.
«AHI! OHI!»
Il gigante saltellava qua e là, ma non poteva fare nulla.
«TOO-TOO-MOO, FERMATI!»
Ma Too-too-moo non si fermava. Continuava a punzecchiare e tormentare il gigante senza sosta.
Il gigante correva urlando attraverso la foresta. Pazzo dal dolore, non vedeva dove stava andando. Inciampò in una radice e si spaccò la testa su una roccia. Il gigante era morto!
Ma Too-too-moo era ancora intrappolata dentro di lui.
In quel momento la mamma stava tornando a casa. Quel giorno era andata bene e aveva venduto in fretta quello che aveva portato al mercato. Quindi aveva comprato riso, pesce e verdure, e anche noccioline tostate per coccolare la sua Too-too-moo.
Ma quando arrivò a casa, vide il porridge gettato via e la porta abbattuta. Cominciò a chiamare:
«Too-too-moo! Dove sei?»
Nessuna risposta.
La mamma afferrò un grosso coltello da cucina e si affretto sul sentiero dietro le orme del gigante, gridando:
«Too-too-moo! Dove sei!?»
Ancora nessuna risposta.
Infine arrivò dove il gigante giaceva morto. Ma sua figlia non si vedeva da nessuna parte, così gridò di nuovo:
«TOO-TOO-MOO! DOVE SEI?»
E Too-too-moo rispose:
«DENTRO IL GIGANTE!»
Con tutte due le mani e tutta la sua forza la mamma tagliò il fianco del gigante. E saltò fuori Too-too-moo!
Da quel giorno Too-too-moo e la mamma vissero felici. Non c’erano più giganti a infastidirle. Ebbero sempre abbastanza da mangiare. E mangiavano porridge dolce a colazione tutti i giorni.


NOTA SULLA STORIA
Questo racconto proviene da Giava, la più grande isola dell’Indonesia. L’Indonesia è composta interamente da isole (oltre 17.500) e si estende nell’Oceano Pacifico tra il Sudest asiatico e l’Australia. Ha una popolazione di più di 200 milioni di abitanti, e ciascuna delle sue isole maggiori ha una cultura propria.
La cultura di Giava è eclettica e la sua storia riecheggia tradizioni derivate da molti paesi. Il Giappone ha il racconto intitolato “Il ragazzo alto un pollice”, una specie del nostro “Pollicino”, che salta nello stomaco di un orco e lo uccide con una spada fatta con un ago da cucito. Anche in Africa ci sono molti racconti di madri che salvano i figli dalla pancia di un elefante o di un bruco gigante. Nella cultura occidentale, Cappuccetto Rosso e la nonna sono estratte dallo stomaco squarciato del lupo. “Too-too-moo” mescola questi elementi con un tipico sentore giavanese.

NOTE
Testo originale in: http://www.aaronshep.com/stories/022.html
Immagine in: http://dc401.4shared.com/doc/nm866jJx/preview.html

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