Leggende Orientali – IL GATTO VAMPIRO

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Leggenda dal Giappone

Tradotta da Dario55

IL GATTO VAMPIRO

Il principe di Hizen, un membro eminente della famiglia Nabéshima, era in giardino con O Toyo, la sua dama favorita. Quando il sole tramontò, si apprestarono a ritornare a palazzo, senza accorgersi che un grosso gatto li stava seguendo.
O Toyo arrivò nella sua stanza e subito si addormentò. A mezzanotte si svegliò e fissò intorno a sé con l’improvvisa consapevolezza che nella stanza ci fosse qualcosa di spaventoso.

Il mostro uccide la dama

Alla fine vide un gigantesco gatto rannicchiato davanti a lei e, prima che potesse gridare aiuto, l’animale saltò su di lei e la strangolò.
Poi scavò una buca sotto la veranda, seppellì il cadavere e assunse la forma della bella O Toyo.
Il principe, che non sapeva nulla di quanto era accaduto, continuò ad amare la falsa O Toyo, ignaro del fatto che stava accarezzando una bestia malvagia.
Si accorgeva che un po’ alla volta le forze lo abbandonavano e non passò molto tempo prima che cadesse gravemente ammalato. Furono chiamati i medici, ma non furono in grado di fare nulla per guarire il nobile paziente. Notarono che soffriva moltissimo durante la notte e che era tormentato da terribili incubi. Per questo motivo i consiglieri decisero che cento servitori si sarebbero seduti vicino al loro signore e sarebbero rimasti svegli mentre dormiva.
I cento servitori si recarono nella stanza del malato, ma poco prima delle dieci furono sopraffatti da un misterioso sopore. Quando furono tutti addormentati, la falsa O Toyo strisciò nell’appartamento e tormentò il principe fino all’alba. Notte dopo notte i servitori si recavano nella stanza per sorvegliare il loro padrone, ma ogni volta alla stessa ora cadevano addormentati, e lo stesso accadde anche a tre fedeli consiglieri.
Nel frattempo il principe si ammalò sempre più gravemente, e infine fu fatto venire un sacerdote di nome Ruiten perché pregasse per lui. Una notte, mentre era impegnato nelle sue suppliche, Ruiten udì uno strano rumore provenire dal giardino. Guardando fuori dalla finestra vide un giovane soldato che si stava lavando. Terminate le abluzioni s’inginocchiò davanti a un’immagine di Buddha e pregò ardentemente per la guarigione del principe.
Ruiten provò grande gioia nel vedere tanto fervore e lealtà e invitò il giovane a entrare in casa. Appena arrivò, gli chiese come si chiamava.
«Sono Ito Soda», rispose il giovane, «e presto servizio nella fanteria di Nabéshima. Ho sentito della malattia del mio signore e vorrei ardentemente avere l’onore di assisterlo, ma sono di basso grado e non è conveniente che io mi presenti davanti a lui. Però ho pregato Buddha perché la vita del mio signore sia salva. Sono convinto che il principe di Hizen è stregato e se potessi restare con lui farei del mio meglio per scoprire e annientare il potere malefico che è la causa della sua malattia».
Ruiten fu così favorevolmente impressionato da queste parole che il giorno dopo si consultò con uno dei consiglieri, e dopo molte discussioni decisero che Ito Soda avrebbe vigilato insieme ai cento servitori.
Quando Ito Soda entrò nell’appartamento reale, vide il suo signore addormentato al centro della stanza e notò che i cento consiglieri sedevano nella camera chiacchierando tra loro nella speranza di scacciare la sonnolenza incombente. Ma alle dieci precise tutti i servitori caddero addormentati malgrado i loro sforzi.
Ito Soda cercò di tenere gli occhi aperti, ma una pesantezza incombeva sempre più su di lui e capì che se voleva rimanere sveglio doveva ricorrere a mezzi estremi. Stese con cura della tela cerata sulla stuoia, poi si infilò il pugnale nella coscia. Il dolore acuto gli permise di evitare il sonno per un po’, ma alla fine sentì che gli occhi si chiudevano sempre di più. Deciso a sconfiggere l’incantesimo che aveva fatto effetto sui servitori, girò il pugnale dentro la coscia e così aumentò il dolore e riuscì a continuare la sua fedele veglia mentre il sangue gocciolava senza interruzione sulla tela cerata.
Durante la veglia Ito Soda vide le porte scorrevoli aprirsi e una bella donna scivolare dolcemente nell’appartamento. Sorrise quando vide che i servitori dormivano e stava per avvicinarsi al principe quando si accorse di Ito Soda. Dopo avergli rivolto qualche parola, si avvicinò al principe e gli chiese come si sentiva, ma il principe stava troppo male per risponderle. Ito Soda sorvegliava ogni movimento ed era certo che quella donna stava cercando di stregare il principe, ma non poteva mettere in atto le sue intenzioni malvagie perché gli occhi fieri di Ito Soda non la lasciavano, tanto che alla fine fu costretta a battere in ritirata.
Al mattino i servitori si svegliarono e furono pieni di vergogna nell’apprendere che Ito Soda era rimasto sveglio e vigile. I consiglieri lodarono ad alta voce il giovane soldato per la sua lealtà e per quello che aveva fatto e gli ordinarono di continuare a vegliare anche la notte successiva. Egli obbedì e quando la falsa O Toyo entrò nella stanza del malato, fu nuovamente costretta a ritirarsi senza poter gettare il suo incantesimo sul principe.
Subito dopo che Ito Soda ebbe cominciato a vegliare sul principe, questi riuscì a dormire tranquillo e, cosa ancora più importante, la sua salute cominciò a migliorare poiché la falsa O Toyo, dopo aver fallito in due occasioni, se ne stava alla larga, cosicché la guardia non era tormentata da quella misteriosa sonnolenza. Ito Soda, colpito da queste strane coincidenze, andò da uno dei consiglieri e gli confidò che la sedicente O Toyo era una qualche creatura diabolica.
Poi Ito Soda progettò di recarsi quella notte stessa nella stanza della creatura e di cercare di ucciderla e, nel caso avesse tentato di fuggire, mise otto servitori di guardia fuori della porta perché la catturassero e la uccidessero senza esitare.
All’ora stabilita Ito Soda si recò nell’appartamento della creatura fingendo di portare un messaggio da parte del principe.
«Di che messaggio si tratta?», chiese la donna.
«Sii così gentile da leggere questa lettera», rispose Ito Soda, e con queste parole estrasse il pugnale e cercò di ucciderla.
La falsa O Toyo afferrò una lancia e tentò di colpire il suo avversario. Combatterono senza esclusione di colpi, ma alla fine, rendendosi conto che era meglio fuggire che combattere, gettò via l’arma e in un attimo la graziosa ragazza si trasformò in un gatto e saltò attraverso il tetto. Gli otto uomini che aspettavano fuori in caso di emergenza cercarono di colpire l’animale, ma la creatura riuscì a sfuggire ai loro colpi.
Il gatto fuggì a tutta velocità verso le montagne e procurò molti guai alla gente dei dintorni, finché fu ucciso durante una battuta di caccia ordinata dal principe di Hizen.
Il principe si rimise in salute, e Ito Soda ricevette gli onori e le ricompense che si era giustamente meritato.

FINE

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