Leggende Orientali – IL GATTO RICONOSCENTE
Leggenda del Giappone
A cura di Sori
IL GATTO RICONOSCENTE
C’era una volta un povero monaco buddista che viveva in un tempio con un gatto di nome Tigre (“Tora”). Poiché da molto tempo nessuno aveva più scelto il suo tempio per celebrare una sepoltura o una messa per i morti, il monaco cominciò a preoccuparsi. Aveva venduto tutti i suoi averi e, all’infuori del gatto, non aveva più nulla. A questo punto non sapeva proprio come nutrirlo. E poiché il monaco amava molto il suo gatto, un giorno gli disse
“Tigre, non ho più niente da darti da mangiare. Io non mi separerei da te per nessuna ragione al mondo, se tu,però, preferisci andare dove c’è cibo in abbondanza e puoi vivere tranquillo, vai pure!”
“Adorato monaco, anch’io non mi separerei da voi per nessuna ragione al mondo!” ribatté il gatto.
“Ma se rimani qua, dovrai stare senza cibo!” disse di nuovo il monaco preoccupato.
Ma il gatto non ne volle sapere e replicò: “ho un’idea, dovete solo avere un po’ di pazienza!”
Il tempo passò finché,un giorno,passò per il tempio un lussuoso corteo funebre con una bara. La gente sfilò proprio di fronte al tempio. Il monaco guardò il corteo con una certa nostalgia e pensò: “Ah, se solo questa cerimonia venisse eseguita nel nostro tempio, per noi sarebbe di grande aiuto!”
Quindi successe la seguente cosa: il gatto miagolò e disse al monaco
“Adorato monaco, unisciti al corteo e osserva tutto molto attentamente. Io alzerò in aria la bara e, dopo un po’, voi dovrete pronunciare tre volte il mio nome!”. Quindi il gatto si dileguò. Il lussuoso corteo si fermò davanti ad un altro tempio. La bara venne posata a terra. Gli astanti si misero tutti in cerchio e fecero tre giri attorno alla bara. Ed ecco che la bara si alzò in aria e prese a librare come spinta dalla mano di uno spirito. Era come se qualcuno l’avesse sollevata dall’alto.
“Cosa succede?” gridò stupita la gente alzando la testa al cielo. Sembrava che ci fosse qualcuno dietro la luce. La bara continuava a rimanere sospesa nell’aria.
Era spaventoso. Nessuno sapeva cosa fare. Tutti i monaci della città si radunarono nel tempio, recitarono dei sutra e degli scongiuri, ma nulla servì. La bara librava nell’aria e non accennava a tornare giù. Venne infine chiesto aiuto anche al povero monaco. Questi si ricordò delle parole del gatto. Andò davanti alla folla e guardò la bara.
“Abbi pietà, Tigre, abbi pietà! Adorata Tigre, abbi pietà! Ascoltaci Tigre!” gridò pronunciando così tre volte il nome del gatto. E cosa accadde? La bara scese giù lentamente e si rimise così come l’avevano posata a terra. Gli astanti rimasero sbalorditi di fronte ai poteri prodigiosi del monaco. Se non ci fosse stato quel monaco straordinario, non sarebbero mai riusciti a far scendere la bara.
Da allora sempre più gente chiese al monaco di celebrare messe e sepolture per i morti nel suo tempio. Giorno dopo giorno il monaco attese il ritorno del suo amato gatto che l’aveva tanto aiutato, ma, ovunque egli fosse andato, non tornò mai da lui.
FINE