oriente a 360° – DIVINITA’ CINESI

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Articolo a cura di dario55.

DIVINITA’ CINESI

MITOLOGIA CINESE

Ba
Figlia del Cielo nella mitologia cinese. Il suo nome significa “siccità”.

Ba Xian
Gli “otto immortali” della mitologia taoista, nonché le divinità più conosciute. Sono simbolo di buona fortuna in ogni parte della Cina. Rappresentano otto diverse condizioni di vita: giovinezza, vecchiaia, povertà, salute, popolo, nobiltà, la condizione di maschio, la condizione di donna. Le più antiche descrizioni risalgono alla dinastia Tang (inizio del VII secolo), ma il raggruppamento attuale non fu definito fino alla dinastia Ming (fondata nel 1368). Gli immortali sono: Zhang Guo-lao, Lu Dong-bin, Caao Guo-jiu, Zhong Li-quan, Li Tie-guai, Han Xian-zi, He Xian-gu e Lan Cai-he. I Ba Xian sono uno dei soggetti preferiti dagli artisti e sono ritratti su ventagli e porcellane. Sono anche figure di spicco in molte opere letterarie.

Bixia Yuanjin
Questa dea taoista cinese è responsabile dello spuntare del giorno e del parto nonché del destino. Spuntare del giorno e parto sono due concetti spesso collegati (il che è abbastanza comprensibile) nelle mitologie di tutto il mondo: il sorgere del sole, che porta la luce sulla terra, è equiparato al bambino che emerge dall’oscurità del grembo materno alla luce del giorno.

Cai-shen
Dio cinese della prosperità, sia nel taoismo religioso che nella religione sincretista popolare. È dotato di vari poteri magici, come quello di far deviare tuoni e fulmini e quello di garantire guadagni dalle transazioni commerciali. Come figura storica, viene identificato con Zhao Xuan-tan (Chao Hsüan-t’an), “Generale Zhao della Terrazza Tenebrosa”, della dinastia Qin. Ottenne l’illuminazione sulla cima di una montagna. Aiutò anche Zhang Dao-ling nella sua ricerca dell’elisir di lunga vita. Di solito Cai-shen è raffigurato a cavallo di una pantera nera. Ha un volto nero e folti baffi. Porta sulla testa un copricapo di ferro e ha con sé un’arma anch’essa di ferro.
Altro nome: Ts’ai-shen

Cao Guo-jiu
Uno dei Ba Xian, gli otto immortali della mitologia cinese. Era cognato di un imperatore della dinastia Song. Cao Guo-jiu viveva dal canto suo una vita esemplare, ma il fratello minore divenne un assassino. Per la vergogna Cao si ritirò sulle montagne, dove visse a lungo come eremita. Lu Dong-bin, un altro immortale, insegnò a Cao come conseguire la perfezione, ed egli, nell’arco di pochi giorni, divenne un immortale. Cao Guo-jiu è il protettore degli attori. Viene spesso raffigurato con un paio di nacchere.

Chang’eChang’e
La dea della luna, figlia di un dio dell’acqua. È moglie di Houyi, l’arciere celeste. In cinese, 嫦, “chang” significa “donna immortale” e 娥, “e”, significa “consorte”.
Secondo un racconto, Houyi aveva costruito il palazzo estivo per Xi Wang Mu e in cambio aveva ricevuto due elisir dell’immortalità, gli ultimi esistenti, che Houyi decise di usare su se stesso e sulla moglie. Mentre Houyi era assente, Chang’e s’impadronì degli elisir e li bevve entrambi. Per coincidenza Houyi era appena tornato e vide la moglie ascendere verso la luna. Tentò di afferrarla, ma era ormai impossibile raggiungerla
Un altro mito vuole che Chang’e e il marito Houyi – l’arciere che abbatté i nove soli – vivessero in origine in cielo. Ne furono esiliati quando Houyi abbatté nove dei figli dell’Imperatore di Giada, che stavano gettando la distruzione sull’umanità. Un’altra versione racconta che in origine era un’immortale che ruppe un prezioso vaso e fu punita. Quale che sia la ragione, Chang’e e Houyi furono esiliati e condannati a vivere sulla terra come semplici mortali.
Chang’e divenne molto depressa dopo l’esilio. Vedendo questo, Houyi ottenne una pillola dalla Regina Madre dell’Ovest per renderla nuovamente immortale. Ma Chang’e rubò la pillola e la inghiottì. Un altro racconto ancora riferisce che inghiottì la pillola sotto la minaccia di un uomo malvagio. Divenne immortale e andò a vivere sulla luna per l’eternità, con soltanto delle lepri bianche a farle compagnia.
Questa dea è venerata nel giorno di Mezzo Autunno (la notte di luna piena nell’ottavo mese lunare). Un altare viene collocato all’esterno di fronte alla luna. Chang’e concede la bellezza ai suoi adoratori. Nella tradizione cinese molti dipinti e racconti la descrivono come dea della luna.
Altri nomi: Ch’ang-o, Chang O, Zhang E, Heng-o, Heng O

Cheng-huang
Divinità protettrici cinesi. Difendono contro disastri e catastrofi e proteggono gli abitanti delle città loro affidate, i quali possono anche supplicarli. Nei periodi di siccità fanno piovere, garantiscono un raccolto abbondante e assicurano la ricchezza degli abitanti. I Cheng-huang, inoltre, guidano in paradiso le anime dei defunti. Se un sacerdote taoista desidera tenere lontano dall’inferno l’anima di un morto deve prima informare le divinità della città sottoponendo loro un documento. La tradizione dei Cheng-huang risale ai tempi antichi ed è stata adottata dal Taoismo, che ha elevato questi protettori delle città al rango delle sue divinità più importanti

Ch’iang Shih
Spiriti cinesi che hanno la facoltà di infondere vita nei cadaveri e anche di costruirsi un corpo con qualche osso e avanzi putrefatti. Hanno occhi rossi, artigli affilati e colorito fosforescente e verdastro di carne in decomposizione.

Chih Nu
Era la figlia di Yu-Huang, uno degli Imperatori di Giada della Cina. Un giorno lasciò il cielo per fare il bagno. Mentre faceva il bagno, un bovaro le portò via i vestiti, essendogli stato detto di farlo dal suo ox (che è anche il suo spirito guardiano). Chih Nu non poteva tornare in cielo senza di essi, cosicché sposò il bovaro. Ebbero due figli, e sette anni dopo lei ritrovò i suoi vestiti e fece ritorno in cielo. Il bovaro chiese che cosa doveva fare e il suo ox gli disse come arrivare in cielo. Chih Nu ammise di essere la moglie del bovaro e questi fu reso immortale. Chih Nu e il bovaro divennero dei di due stelle separate, e possono incontrarsi soltanto il settimo mese del settimo anno.

Chu Jiang
Il re del secondo inferno taoista, l’inferno dei ladri e degli assassini. Si crede che si tratti di un grande lago di ghiaccio. Chu Jiang viene onorato il primo giorno della Terza Luna.

Da-yu
Il mitico fondatore della dinastia Xia, detto Yu il Grande. È il figlio del dio della terra Gun. Secondo la leggenda, suo padre lottò per tenere a freno il grande diluvio, ma non fu in grado di arrestarlo completamente. Per il suo fallimento Gun fu giustiziato o degradato, e suo figlio assunse il comando. Da-yu praticò dei buchi attraverso le montagne, creando in tal modo degli sbocchi attraverso i quali l’acqua poté defluire. La sua impresa successiva fu di rendere la terra arabile regolando il corso delle acque e collegando fra di loro le nove province. Questo però gli sottrasse talmente tante energie che cominciò a camminare zoppicando. Questa andatura zoppicante divenne il modello di una danza sciamanica, eseguita dai maestri taoisti, chiamata “Yu-bu” (il “passo di Yu”).
Secondo una tradizione, Da-yu era solito tramutarsi in un orso durante il suo lavoro. Ogni giorno sua moglie gli portava da mangiare non appena egli percuoteva il suo tamburo. Un giorno, mentre stava frantumando alcune rocce, due frammenti cozzarono l’uno contro l’altro producendo il suono di un tamburo. Immediatamente sua moglie arrivò di corsa con il cibo, ma quando vide l’orso si girò e fuggì via. Da-yu la rincorse, ma la donna era terrorizzata e continuò a correre finché cadde a terra completamente esausta e si trasformò in una roccia. Dal momento che era incinta, la roccia cominciò a crescere. Dopo alcuni mesi, Yu aprì con la propria spada il corpo pietrificato della donna e nacque suo figlio Qi (“Colui che Apre”). Da-yu è conosciuto anche come il “Maestro della Via”.

Dha-shi-zhi
Boddhisatva femminile del buddismo cinese, il cui nome significa “la Fortissima”. Mediante la potenza del suo amore riuscì a spezzare il circolo della rinascita di ciascuno. Nel paradiso celeste le anime appaiono al suo cospetto in forma di fiori.

Di-cang
Uno dei quattro grandi boddhisatva del buddismo cinese, il cui nome significa “Grembo della Terra”. Libera coloro che dimorano nei diversi inferni (naraka). Può assumere sei differenti forme per aiutare gli esseri dei sei modi di esistenza (gati). Si dice che fu un principe coreano del periodo Tang che visse sul monte Jiu-hua-shan nel Sud della Cina. Dopo la sua morte il suo corpo non si decompose, e sopra di esso fu costruito un tempio che esiste ancor oggi. Di-cang è raffigurato come un monaco che tiene nella destra un bastone di metallo con sei anelli tintinnanti su di esso, in grado di aprire per lui le porte dell’inferno. Nella mano sinistra tiene una gemma che esaudisce i desideri, il cui fulgore illumina gli inferi e allevia le sofferenze del dannato. A volte è ritratto con una corona del tipo che di solito era indossato dai monaci durante le cerimonie funebri. È simile al sanscrito Kshitigarbha.

Di-guan
Il sovrano della Terra nel taoismo religioso. È uno dei tre San-guan. Gioca un ruolo importante nella vita religiosa dei cinesi. Di-guan perdona le colpe e i peccati

Di-ya
Di-ya e Tian-long sono divinità cinesi, servitori di Wen Chang, dio della letteratura. Un altro mito li menziona come la coppia primordiale di dei dalla quale ebbero origine tutte le creature.

Dong-yue da-di
L’aiutante del dio del cielo Yu-huang. Sovrintende a tutti gli aspetti delle vite di tutte le creature dal momento della nascita a quello della morte. Il suo nome significa “Grande Signore della Cima del Monte dell’Est”.

Dou-mu
La dea cinese che sovrintende ai registri in cui è annotata la vita e la morte di ciascuna persona. È venerata da coloro che desiderano lunga vita e pietà personale. Il suo nome significa “Madre del Grande Carro”. Dou-mu è raffigurata nell’atto di sedere su un trono di loto e dotata di quattro teste, ciascuna con tre occhi, e di otto braccia, quattro da ciascun lato del corpo. Nei templi taoisti spesso una sala è dedicata a lei. È venerata anche dai buddisti cinesi.

Dzi dzat
“Carta piegata”. A Macao e Hong Kong, e nei villaggi cantonesi del Guangdong; pare che con questo equivalente dell’espressione Putonghua non si indichi nulla nella moderna Cina continentale, forse a causa della recente soppressione della religione tradizionale da parte del governo. Dzi dzat è il nome generico che indica gli oggetti tombali di carta e i sacrifici ancestrali bruciati allo scopo di ottenere una vita serena e confortevole per i morti.
Fotografie e relazioni scritte di sacrifici risalenti a prima della Seconda guerra mondiale testimoniano che case di carta e bambù venivano bruciate durante i funerali e in occasione di feste periodiche. Queste dimore per gli spiriti dei morti venivano riempite con rappresentazioni di carta di tutto ciò che gli antenati conoscevano o avevano desiderato durante la vita: cibi preferiti, libri, segni distintivi del grado, un’imbarcazione da diporto o una giovane signora, tutto realizzato con carta dipinta e piegata.
Ai giorni nostri, gli dzi dzat sono assai spesso delle autovetture Ford di carta di 90 anni fa lunghe meno di tre metri, oppure delle case di carta di una decina di metri d’altezza. Questo forse per facilitare il trasporto nelle città affollate. Gli dzi dzat moderni possono essere di piccole dimensioni, ma sono ancora elaborati e creativi come nel passato. Il defunto riceve gli oggetti che conosceva e desiderava – tesori di “giada” e d’”oro” fatti di carta piegata o di plastica fusa, o vestiti tradizionali stampati con animali mitici. I discendenti donano con prodigalità agli spiriti le moderne comodità (di carta), come ad esempio pentole elettriche per cuocere il riso, computer, videocamere e televisori decorati con manifesti turistici incollati sui loro schermi larghi metri, e videoregistratori in carta nera ad essi intonati, marcati con loghi di plastica argentata di autentiche società elettroniche giapponesi.
I negozi dzi dzat sono abitualmente piccoli e sporchi, e si trovano di solito nelle zone più povere, dove vivono i pescatori e gli operai, ma negli dzi dzat della classe media gli affari sono in crescita. A Macao c’è una legge per cui tutti i luoghi commerciali devono avere un nome portoghese esposto bene in vista, per cui i negozi dzi dzat registrati come tali espongono l’insegna commerciale “papellaria”, cioè “oggetti di carta”. È vero che questa è la stessa parola portoghese che indica i negozi di cartoleria, ma per fortuna ciò non genera confusione nei cinesi di Macao, che raramente conoscono una parola portoghese. A Hong Kong e Macao esistono attualmente alcuni grossi negozi, delle dimensioni, luminosità e pulizia di un Emporio Americano 7-11, che espongono i migliori dzi dzat: yacht di carta in stile occidentale, limousine Mercedes Benz realizzate in plastica trasparente (tanto da avere superfici levigate, fari e tergicristalli) dipinte di nero lucido o di rosso, borse griffate Jordano o Benetton e telefoni cellulari a centinaia. I Cinesi hanno onorato i loro antenati con sacrifici destinati all’uso nella vita ultraterrena per i quattromila anni a noi noti, e sono riluttanti a rinunciare alla consolazione e al senso della storia che li ricompensa per questo rituale

Er-lang
Un dio guardiano che disperde gli spiriti maligni facendoli assalire dai Cani del Cielo (i Tian-gou). È figlio di una sorella dell’Imperatore di Giada, Yu-huang.
Altro nome: Erh-Lang.

Fan-kui
Fan-kui è il dio cinese dei macellai.

Fei Lian
È il dio cinese del vento che porta con sé in una sacca. È un generatore di calamità, ma è controllato da Shen Yi, l’arciere del cielo. Fei Lian è raffigurato sotto forma di drago alato, con testa di cervo e coda di serpente. Nella sua forma umana è noto col nome di Feng Bo.

Feng Bo
Il cinese “Nobile Signore del Vento”. La forma umana di Fei Lian, il dio del vento.
Altro nome: Feng Po.

Feng-Po-po
La dea cinese del vento (letteralmente “Signora del Vento”). È raffigurata con le sembianze di una vecchia rugosa che siede su una tigre cavalcando lungo una strada fatta di nuvole. Nei giorni tranquilli mette le sue ali nel sacco che porta sulle spalle.
Altro nome: Feng P’o-p’o.

Feng-huang
È la fenice cinese, personificazione della forza primigenia dei cieli. Feng-huang ha testa e cresta di fagiano, e coda di pavone.

Fu Xi
Il primo dei tre Nobili Imperatori della mitologia cinese, i San-huang. Secondo la tradizione regnò dal 2952 al 2836 a.C. (116 anni) o dal 2852 al 2737 a.C. (115 anni). Fu Xi insegnò all’umanità molte arti, tra cui l’uso delle reti da pesca, l’allevamento dei bachi da seta e l’addomesticamento degli animali selvatici. Inventò anche la musica e, cosa molto più importante, gli otto tigrammi (Pakua) che si dice siano la base della scrittura cinese. Gli si attribuisce anche l’invenzione degli oracoli a getto mediante l’uso di steli millefoglie. Si dice inoltre che Fu Xi inventò i cento cognomi cinesi e decretò che i matrimoni potessero avvenire soltanto fra persone che portavano cognomi diversi.
Le raffigurazioni di Fu Xi lo ritraggono come un essere umano con il corpo di serpente. Sua moglie è Nü-gua. Nei templi taoisti viene di solito raffigurato mentre porta una tavoletta su cui sono tracciati gli otto tigrammi.

Fu-xing
Il dio cinese della felicità, uno dei San-xing. Molto spesso è raffigurato con gli abiti blu di un impiegato statale e in compagnia di bambini, oppure nella sua forma simbolica di pipistrello. Il suo nome significa “Stella della Fortuna”. Molte volte è confuso con Tian-guan, il Governatore del Cielo.
Secondo la tradizione Fu-xing era un funzionario governativo vissuto nel VI secolo, di nome Yang Cheng, del villaggio di Dao-zhou. Tutta la gente di questo villaggio era di statura molto bassa. Ogni anno l’imperatore radunava molti dei suoi abitanti alla sua corte, perché gli piaceva circondarsi di nani. Con il passare degli anni la popolazione del villaggio si riduceva in modo preoccupante. Allora Yang Cheng inviò una petizione all’imperatore chiedendogli di avere riguardo per la gente del suo paese natale. L’imperatore fu tanto commosso dalla petizione che non chiamò più quella gente alla sua corte.
Le funzioni di Fu-xing sono attribuite anche ad altri personaggi storici. Uno è il generale Gou Zi-yi, che salvò dalla distruzione la dinastia Tang dopo un’insurrezione. Quando gli apparve la Tessitrice Celeste, le chiese di concedergli fama e fortuna, ma lei gli rispose che lui stesso era il dio della prosperità.
Altro nome: Fu-hsing

Gao Yao
L’antico dio cinese dell’arte del giudicare. Quando va in cerca dell’ingiustizia è accompagnato da un ariete. È conosciuto anche come Ting-jian.
Altro nome: Kao Yao.

Geong Si
Gli Jiang Shi (Putonghua) o Kuang Shi (Cantonese) sono gli zombi della mitologia cinese. Possiedono corpi materiali, ma non sono vivi né sono dotati di volontà o pensiero propri. Sono più vicini agli zombi haitiani piuttosto che a qualsiasi altro di quelli del più noto folklore occidentale. Nella moderna cinematografia Kong Kong il Kuang Shi è lo schiavo del personaggio di un sacerdote taoista malvagio che scatena plotoni di questi cadaveri animati contro gli eroi dei film di kung fu e anche di gangster. Questa immagine dei Kuang Shi nei film attuali non riproduce la loro forma antica.
Ci sono dei cinesi ancora in vita che dicono di aver visto i Kuang Shi. Prima della guerra civile e prima della seconda guerra mondiale, i morti camminavano ancora per le strade della Cina rurale in processioni che marciavano alla volta dei loro villaggi d’origine. Se un cinese viene seppellito lontano dalla famiglia, non avrà celebrazioni, vestiti di carta, schiavi, imbarcazioni o incenso bruciati in suo onore, dal momento che tutte queste cose sono nelle mani dei suoi discendenti. Questa è l’importanza spirituale dei villaggi ancestrali cinesi. Se oggi un cinese muore lontano da casa, ci sono molti modi per restituire il suo corpo alla terra natale, ma un tempo i cinesi poveri usavano questa forma di “trasporto sotterraneo”. Un medium o un sacerdote, soprattutto un sacerdote taoista che si è sottoposto a un duro apprendistato, verrebbe assunto dal villaggio per riportare a casa i suoi morti, accompagnandoli lungo le strade.
Le formule magiche fanno parte di questo rituale e della sorveglianza dei morti mentre stanno facendo il loro cammino, ma nel mondo cinese non c’è niente di particolare o di straordinario nelle formule magiche. Una grande varietà di formule, solitamente trascritte su carta rossa, possono essere acquistate in qualsiasi negozio cinese di oggetti di carta (v. dzi dzat) che non sia stato svuotato dal governo cinese. Delle persone sono state severamente punite per aver preso parte a questa superstizione sotto la moderna legge cinese. In certi racconti sui Kuang Shi una formula magica incollata sulla fronte è il rito che li fa muovere. Questo megoto è il preferito nei film popolare, in quanto la macchina da presa lo può riprendere e lo spettatore può sempre riconoscere un Kuan Shi da questo segno. I racconti tradizionali non concordano su questo punto. Altri attribuiscono questo fenomeno a una tecnica di controllo dei corpi o forse a una certa buona e antica etnofarmacologia. In ogni caso il Kuang Shi o Jiang Shr resta uno dei miti dell’antica Cina più attuali, tangibili e a cui comunemente si crede.

Gong De Tian
La dea cinese della fortuna. Nella mano sinistra tiene una perla “che esaudisce i desideri”. Con la destra fa un gesto di incoraggiamento. Presenta molte somiglianze con la dea indù Lakshmi.

Gong Gong
Demone cinese responsabile delle grandi inondazioni insieme al suo alleato, Xiang Yao, dall’aspetto di serpente. Gong Gong è eterno avversario dei più alti dominatori.

Gou Mang
Messaggero del dio cinese del cielo. Gou Mang è collegato all’est e porta primavera e felicità. Il suo attributo è il drago.

Guan-di
L’ ”Imperatore Guan”, il dio taoista della guerra. Si contrappone a tutti quelli che turbano la pace. Ha il compito di sorvegliare il regno contro tutti i nemici esterni, come pure contro i ribelli interni. Veniva anche richiamato durante le sedute spiritiche per fornire informazioni su gente che era morta, profezie sul futuro e notizie sulla ricompensa o il castigo divino per i morti buoni e cattivi. Guan-di era onorato anche come dio della letteratura, dal momento che si credeva che avesse imparato a memoria uno dei classici del Confucianesimo, e come patrono dei venditori di tofu. La sua immensa popolarità riposa soprattutto sul suo presunto potere sui dèmoni e gli spiriti maligni e sulla sua capacità di impedire la guerra.
Il dio della guerra è un personaggio storico: il venditore di tofu Zhang (162-220 d.C.). Cambiò il suo nome in Guan e divenne un celebre avventuriero e generale. Come generale, Guan Yu servì sotto il fondatore di uno dei tre regni. Nel 220 d.C. fu giustiziato per ordine di un sovrano ostile. Il suo culto è di origine relativamente recente ed è stato fortemente influenzato dalle concezioni buddiste. Ebbe origine in alcune zone intorno al VII secolo d.C. e si diffuse anche in Corea. Nel 1594 un imperatore della dinastia Ming lo canonizzò come dio della guerra e protettore della Cina e del suo popolo, e nel XVI secolo gli fu concesso il titolo di Grande e Giusto Imperatore che Aiuta i Cieli e Protegge il Paese, e fu ammesso nel pantheon taoista. Il titolo di Imperatore Militare gli fu accordato nel XIX secolo dall’allora imperatore della Cina, che lo innalzo al livello di Confucio. Guan-di era anche venerato come protettore degli ufficiali di stato, che gli riservavano una speciale venerazione. Il governo finanziò la costruzione di migliaia di templi in tutto il regno. In questi templi venivano conservate le spade dei boia. Un ufficiale imperiale gli presentava offerte il tredicesimo giorno del primo e quinto mese di ogni anno: una pratica che continuò fino alla fine dell’impero cinese nel 1911.
Guan-di è raffigurato come un gigante alto tre metri, con una barba lunga più di mezzo metro, la faccia rossa, gli occhi di una fenice e le sopracciglia fatte di bachi da seta. Sovente è immaginato in piedi accanto al suo cavallo, con indosso l’armatura completa e in mano un’alabarda. In alternativa è raffigurato come un mandarino dell’esercito, che siede disarmato e picchietta la sua barba con una mano, mentre con l’altra tiene il “Chun-qiu” (gli “Annali della Primavera e dell’Autunno”, una delle opere classiche del Confucianesimo).
Nella credenza popolare è conosciuto principalmente per il fatto che scaccia i dèmoni e la gente lo chiama appunto Fu-mo da-di, il Grande Signore che Scaccia i Dèmoni. La sua festa cade il 13 maggio

Guan-yin
Dea della misericordia, Guan-yin («colei che ascolta il lamento della gente») è considerata protettrice dei perseguitati, dei naufraghi e dei diseredati nonché dell’infanzia e delle donne. In Giappone è chiamata Kwannon e assume varie caratteristiche: Sengu Kwannon (40 braccia e 28 teste), Bato Kwannon (testa da cavallo con tre occhi), Fuku-Kwensaku Kwannon (tre facce, nove occhi, quattro o sei braccia).

Gui
Termine cinese indicante lo spirito dei morti, formato dalle componenti negative yin dell’anima di una persona (cioè le anime po) dopo la morte. Letteralmente significa “spettro”, “spirito”, “demone”.
Lo stesso termine è anche applicato a tutte le anime morte, ad eccezione di quelle dei membri della propria famiglia, perché si crede che queste siano capaci di vendicare ingiustizie o ingiurie subite mentre erano ancora in vita. I Gui indossano abiti senza orli e i loro corpi non proiettano ombra. La gente li può percepire solo come un soffio d’aria. Da questi spiriti gli esseri umani sono percepiti solo come una pallida luce rossa.
Per placare i Gui la gente fa offerte di monete di carta. Queste monete sono emesse dalla “banca dell’oltretomba” e sono bruciate durante speciali cerimonie. La festa dello spirito affamato (gli spiriti di persone morte affogate o impiccate o per le quali non è stato piantato un albero ancestrale) è celebrata il settimo mese di ogni anno.
Altro nome: Kuei

Gui Xian
Uno dei Ling, i quattro esseri magici cinesi. La tartaruga Gui Xian è simbolo della felicità.

Gun
Dio cinese della terra, nipote dell’Imperatore Giallo, Huang-di, e padre di Da-yu. A causa del suo fallimento nel tenere sotto controllo il grande diluvio – che già stava raggiungendo i cieli – per mezzo della costruzione di dighe, fu degradato ad alleato del demone Gong Gong. Secondo un altro mito, fu giustiziato dal dio del fuoco per punirlo di questo fallimento.

Hac Tao
La traduzione letterale di Hac Tao è “Nero Cammino”. Non è difficile rendere questa espressione con “magia nera”, dal momento che questa area del folklore (ovvero della tecnica spirituale) ha molto in comune con la magia occidentale. Hac Tao è il nome generico dell’intera gamma di brutti tiri dello spiritualismo cinese: formule magiche per guarire, maledire, portare fertilità e sterilità nonché per rendere efficaci e innocui i veleni, o almeno per arrecare grande sventura.
Nel folklore accademico e nella religione antropologica e comparativa si usa spesso l’espressione “Taoismo degradato” quando il soggetto reale – in terminologia cantonese – è l’Hac Tao. Malgrado la parola “Tao”, ossia “cammino”, renda attraente questo collegamento, molta parte dell’apparato e del mito è di tradizione cinese, tratto da altre fonti: buddismo, confucianesimo e folklore non settario.

Han
Divinità cinese dei fiumi, personificazione del fiume che porta lo stesso nome. È anche il nome della Via Lattea, che era considerata un fiume (il fiume del cielo), meglio nota come “Han d’Argento”, “Han delle Stelle” o “Han del Cielo”.

Han Xian-zi
Han Xian-zi è uno dei più popolari Ba Xian. Si crede generalmente che sia nipote di Han Yu – celebre figura letteraria e statista della dinastia Tang – al quale fu affidata l’educazione di Han Xian-zi. Aveva un carattere focoso ed era dotato di svariate capacità soprannaturali. Una volta fece fiorire delle peonie multicolori in pieno inverno. Sui loro petali apparve questa poesia: “Le nubi velano le cime dei monti Qin-lin. Dov’è la tua casa? La neve si stende alta sul passo Lan e i cavalli non procederanno oltre”. Han vide in questi versi un significato nascosto, ma suo zio li mise da parte come privi di senso. Non molto tempo dopo, Han Yu cadde in disgrazia presso l’imperatore e fu bandito dalla corte. Quando raggiunse il passo Lan, la neve era tanto alta che non poté procedere oltre. Allora apparve Han Xian-zi e spazzò via la neve. Disse allo zio che avrebbe riguadagnato il suo posto ufficiale e sarebbe tornato in seno alla famiglia, profezia che presto si avverò. Han Xian-zi conquistò l’immortalità quando cadde da un albero di pesco. Di solito è ritratto mentre porta un flauto traverso, un mazzo o un cesto di fiori, o una pesca.

He Bo
He Bo è un potente dio dei fiumi, chiamato anche Bing-yi. Sacrificò se stesso legando delle pietre al proprio corpo e tuffandosi in un fiume, ottenendo così l’immortalità. Questo atto diede origine al rituale di sacrificare una ragazza facendola annegare nel fiume come sposa di He Bo (questo durò fino alla fine della dinastia Zhou, 256 a.C.). La dea della luna Heng O è sua sorella.
Altri nomi: He Po, Bing-yi.

He Xian-gu
Una dei Ba Xian e l’unica di sesso femminile. Visse durante la dinastia Tang e trascorse la sua vita in eremitaggio fra le montagne. Uno spirito le apparve in sogno quando aveva quattordici anni e le disse di ridurre in polvere una pietra nota come “madre delle nuvole” e di mangiare quella polvere. Sarebbe diventata leggera come una piuma e avrebbe conseguito l’immortalità. Ella seguì le istruzioni facendo anche voto di non sposarsi mai. Poco dopo divenne capace di volare da una vetta montana all’altra, cogliendo frutti e bacche per sua madre. Quanto a lei, non aveva più alcun bisogno di cibo. Un giorno l’imperatore la convocò alla sua corte, ma lei scomparve lungo la strada e divenne un’immortale. Secondo un altro mito, He Xiang-gu aveva perso la strada fra le montagne mentre stava raccogliendo del tè. Qui incontrò uno studente (che si dice fosse Lu Dong-bin) il quale le diede da mangiare una pesca. Dopo di ciò, non ebbe mai più fame.

Heng O
La dea cinese della luna, simbolo del freddo e del principio oscuro yin. Tentò di rubare l’acqua dell’immortalità al marito, l’arciere celeste Shen Yi, che però la sorprese prima che potesse berla tutta. L’acqua bevuta le diede il potere di ascendere al cielo, ma poiché non l’aveva bevuta tutta, poté arrivare solo a metà strada e fu costretta a prendere dimora sulla luna.
Heng O è raffigurata con bei vestiti e il disco lunare nella mano destra, a volte seduta su un rospo con tre gambe. È la sorella minore del dio dei fiumi He Bo.
Altro nome: Chang O.

Hou Ji
Il dio cinese del miglio. Come per altri elementi dei culti imperiali è soggetto di molte diatribe. Non è chiaro se il nome può essere tradotto “Principe del Miglio” o “Colui che Governa sul Miglio”. Le sue cerimonie facevano parte dei culti imperiali e a volte di quelli aristocratici.
Altro nome: Hou Chi.

Hou Tu
Dio cinese della terra e del concime. Appartiene al culto imperiale.
Altro nome: Hou T’u

Houyi
Mitico arciere cinese (2110-2019 a.C.), spesso considerato dio del tiro con l’arco, che discese dal cielo per aiutare l’umanità. È marito di Chang’e, la donna sulla luna.
È conosciuto con i nomi popolari di Arciere Divino o Arciere Celeste.
Altro nome: Yi

How-chu
Il dio cinese dell’aria.
Altro nome: How-ch’u

How-too
L’antico dio della terra raffigurato come un mostro che abita dentro montagne e fiumi.

Hu Jing-de
Dio guardiano cinese, uno dei Men-shen. In origine era un generale della dinastia Tang.

Huang Fei-hu
In origine un dio cinese della terra con l’aspetto di un toro con un occhio solo e la coda di serpente. In seguito è diventato un dio della montagna che governa sulla montagna sacra di Tai Shan nell’est della Cina. Giudica le anime dei morti che arrivano a questa montagna.
Altro nome: Fei.

Huang-chuan
L’oltretomba a cui le anime yin fanno ritorno dopo la morte. Si crede tradizionalmente che sia un luogo umido situato a nord (letteralmente significa “sorgenti gialle”). Questo è il motivo per cui nei tempi antichi i morti erano sepolti nella zona nord della città con la testa rivolta verso nord.
Altro nome: Huang-ch’uan

Huang-di
Uno dei leggendari imperatori cinesi (vedi: “Wu-di”), il cui nome significa letteralmente “Imperatore Giallo”. L’arco della sua vita viene variamente collocato fra il 2697-2597 a.C. o il 2674-2575 a.C. È venerato come uno dei fondatori del taoismo religioso (tao-jiao) e dichiarato autore dello Huang-di nei-jing, il primo trattato medico nella storia della Cina. Oltre a ciò, a Huang-di è attribuita la creazione dell’umanità, l’invenzione della scrittura, della bussola, del tornio da vasaio e dell’allevamento dei bachi da seta. Si ritiene inoltre che abbia avuto un’influenza determinante nello stabilire l’ordinamento sociale cinese, dando un nome a ciascuna famiglia. Secondo una tradizione, Huang-di nacque spontaneamente come risultato della fusione tra le energie che caratterizzavano l’inizio del mondo. Creò l’uomo collocando delle statue di terra ai quattro punti cardinali del mondo e lasciandole esposte alla brezza dell’inizio del mondo per trecento anni. Quando furono completamente pervase dall’energia di quella brezza, le statue divennero capaci di parlare e muoversi. In questo modo nacquero le diverse razze umane.

Huang-lao
Divinità taoista il cui nome significa “Vecchio Giallo” ed è composto da Huang che si riferisce a Huang-di e lao riferito a sua volta a Lao-zi. Questi due uomini sono considerati i fondatori del taoismo. Sono venerati insieme con il nome di Huang-lao dal secondo secolo avanti Cristo.
Tuttavia nei secoli successivi si sviluppò in un’altra divinità, Huang-lao-jun, una delle divinità più importanti del taoismo delle origini.

Huang-lao-jun
Importante divinità del taoismo delle origini e dio supremo della via della pace suprema (dai-bing dao). Era considerato dalla gente comune colui che domina il mondo e scende sulla terra per guidare e assistere l’umanità. Si dice che fin dalle origini del mondo sia apparso più e più volte sotto le spoglie di maestri taoisti per diffondere gli insegnamenti del Tao. Una delle sue incarnazioni era Lao-zi. Il suo nome significa “Antico Signore Giallo”.
Altro nome: Huang-lao-chën.

Ji Nu
Una dea astrale.
Altro nome: Chi Nu.

Jian Di
Madre ancestrale cinese che inghiottì accidentalmente un uovo multicolore di rondine e in seguito a ciò generò gli antenati della dinastia Shang.

Jian Lao
Il dio della terra e delle cose durevoli.
Altro nome: Chien-lao

Jiang Shi
Gli zombi della mitologia cinese (v. Geong Si).

Jin Jia
Uno dei vari patroni della letteratura cinese. Punisce i cattivi studiosi e fa sventolare una bandiera davanti alle case delle famiglie i cui discendenti si faranno molto onore negli esami imperiali. Jin Jia è noto anche come il “Signore dall’Armatura d’Oro” (v. anche: Wen-chang).
Altro nome: Chin Chia.

Ki-lin
I Ki-lin, secondo la mitologia sia cinese che giapponese, sono animali forniti di anima e raziocinio. Raffigurati solitamente come cani o cervi draghiformi o unicorni, sono amici degli esseri umani e predicono avvenimenti importanti.

Kuang Shi
Cantonese. Gli zombi della mitologia cinese (v. Geong Si).

Kui-xing
Divinità astrale che spesso si trova in compagnia di Wen-chang.

Kun-lun
Catena di montagne nella Cina occidentale che si crede essere il paradiso taoista. È uno dei dieci continenti e tre isole della cosmologia taoista, e si dice sia alto tre (o nove) piani. Chi riesce ad arrampicarsi fino in cima guadagna l’ingresso in paradiso. Si estende anche per tre (o nove) piani sotto terra, collegando così l’umido regno sotterraneo dei morti con il regno degli dei.
Il primo a visitare il paradiso fu il re Mu di Zhou, che vi scoprì il palazzo di Huang-di e vi eresse una lapide in memoria. Fu poi ricevuto dalla dea Xi Wang-mu, la reale Madre dell’Ovest, che ha la sua residenza su queste montagne. I laghi che si trovano nei giardini della città di Kun-lun contengono acqua gialla chiamata “cinabro” (tan). Chi la beve diventa immortale.

Lan Cai-he
Uno dei Ba-Xian cinesi. È vestito di stracci, porta una cintura di legno nero e a uno dei piedi calza uno stivale, mentre l’altro piede è nudo. Pare che durante l’estate indossi un abito pesante e si vesta con abiti leggeri durante l’inverno. Il suo respiro somiglia a un vapore caldo. Secondo la leggenda, vagava per le strade come un accattone, quasi sempre ubriaco, accompagnando il suo canto con una sorta di nacchere. Quando la gente gli dava del denaro, infilava le monete in una corda che trascinava dietro di sé. Un giorno entrò in una locanda, si spogliò dei suoi abiti e disparve nelle nuvole cavalcando una gru. Talvolta Lan Cai-he viene raffigurato con lineamenti femminili. Fra le mani porta un cesto di fiori.

Lao-jun
Il nome di Lao-zi (autore del Dao-de jing e contemporaneo di Confucio, VI sec. a.C.) nella sua forma divinizzata. Insieme a Yuan-shi tian-zong è una delle divinità più alte del taoismo religioso.
Il processo di divinizzazione cominciò nel II secolo a.C. quando Lao-jun era già una figura leggendaria che si diceva avesse vissuto fino a un’età insolitamente tarda. Durante l’ultimo periodo della dinastia Han divenne una delle divinità più importanti. Alcuni seguaci del Tao lo considerano una emanazione del caos primordiale. Altri sono arrivati a mettere completamente in discussione la sua divinità.
Il suo nome significa “Maestro Lao” ed è chiamato anche Tai-shang lao-jun (“Supremo Maestro Lao”)
Altro nome: Lao-chün

Lei-gong
Il dio cinese del tuono, il cui nome significa “Duca del Tuono”. Nel pantheon taoista, Lei-gong è un funzionario del Ministero del Tuono, che fa parte dell’amministrazione celeste. Ha becco, ali e artigli da gufo, ma corpo di forma umana, benché di colore blu. Viene raffigurato con indosso un perizoma, mentre porta un martello e un tamburo (strumento che produce tuoni). La sua immagine si può ancora trovare in molti templi taoisti.

Lei-zi
Dea cinese del tuono. Insegnò ai cinesi l’arte di allevare i bachi da seta. È la moglie di Huang-di.

Li Tie-guai
Li Tie-guai (“Li dalla Stampella di Ferro”) è uno dei Ba Xian, gli otto immortali della mitologia taoista. La stampella di ferro gli fu data da Xi Wang-mu dopo che gli guarì un ascesso alla gamba. Gli insegnò anche il modo per diventare immortale. L’altro suo attributo è una zucca contenente una pozione magica. C’è un altro racconto sul modo in cui Li giunse ad avere una gamba azzoppata. Lao-zi era sceso dal cielo per iniziare Li agli insegnamenti taoisti. Poco dopo Li aveva raggiunto l’immortalità e lasciò il suo corpo per viaggiare verso il sacro monte Hua-hsan. Diede a uno dei suoi allievi l’incarico di sorvegliare il suo corpo durante la sua assenza. Aggiunse come istruzione speciale quella di bruciare il suo corpo se non avesse fatto ritorno entro sette giorni. Ma il sesto giorno l’allievo ricevette la notizia che sua madre stava morendo. Per adempiere al proprio dovere filiale, doveva far ritorno a casa, ma nello stesso tempo doveva anche sorvegliare il corpo di Li. Allora bruciò il corpo e andò a casa. Il settimo giorno, Li fece ritorno, ma trovò il suo corpo ridotto in cenere. Fu costretto a entrare nel corpo di un mendicante morto, un uomo con una gamba azzoppata. Li non voleva vivere in questo modo, ma Lao-zi lo pregò di accettare il suo destino e gli donò una stampella per aiutarlo a camminare.
Altro nome: Li T’ieh-kuai

Li T’ien
Li T’ien è il primo uomo che si sa aver usato i petardi contro i demoni (XI secolo). Il suo successo portò alla diffusione dei fuochi d’artificio.

Ling Xiao Bao Dian
Il palazzo celeste in cui Yu-huang e le divinità più importanti si riuniscono per discutere di argomenti che riguardano le divinità subordinate, presentando le loro relazioni, oppure per discutere di argomenti o fatti che riguardano il rapporto del cielo con la terra .
Si ritiene che sia strettamente sorvegliato da Tian Bing e Tian Jiang (i soldati celesti). Il Re Scimmia (Sun Wu Kong) era stato nominato Bi Ma Wen (l’amministratore del palazzo dei cieli, considerato un lavoro di basso grado, anche per degli dei). Offeso e irritato, riuscì a farsi largo a forza tra tutte le schiere degli dei fino al palazzo, senza che nessuno fosse in grado di fermarlo. Neppure lo stesso Yu-Huang sapeva cosa fare, fino a quando arrivò Buddha in persona e calmò il furioso Re Scimmia con i propri poteri divini, cosicché finalmente la pace regnò di nuovo nel palazzo.

Ling-bao tian-zong
Il Venerabile Celeste della Gemma Magica, signore del secondo cielo taoista, Shang-qing. Talora viene chiamato Dao-Jun, “Signore del Tao”, e Tian-shang dao-jun, “Maestro Supremo del Tao”. Lo si ritiene guardiano degli scritti magici (Ling-bao jing). È esistito fin dall’inizio del mondo e ha il compito di calcolare il tempo, distribuirlo fra le varie epoche e regolare yin e yang. Ling-bao tian-zong è uno dei cosiddetti San-qing.
Altro nome: Ling-pao t’ien-tsun

Ling-guan
L’Ufficiale Trascendente e guardiano del palazzo di Yu-huang. Il suo culto era così diffuso che a Beijing (Pechino) gli fu dedicato nel XV secolo un tempio a parte.
Altro nome: Ling-kuan

Liu Bei
Il dio dei fabbricanti di ceste e dei venditori di scarpe di paglia. È uno dei “Tre Moschettieri” della Cina (insieme a Zhang Fei e Guan Gong) ed è annoverato fra i ventiquattro funzionari di Guan Gong.
Altro nome: Liu Pei

Long
Un drago della mitologia cinese. Se ne conoscono cinque tipi: draghi celesti, che custodiscono le dimore degli dèi; spiriti draghi, che dominano sul vento e sulla pioggia, ma possono anche provocare inondazioni; draghi della terra, che puliscono i fiumi e scavano gli oceani; draghi guardiani del tesoro, e infine i draghi imperiali, che hanno cinque artigli invece dei soliti quattro. Nel taoismo il drago simboleggia il principio yang e lo si raffigura spesso circondato da acqua o da nuvole.

Long-wang
I Re Draghi cinesi, figure mitiche del taoismo. Sono comandati da Yuan-shi tian-zong al quale sottopongono i loro resoconti una volta all’anno. Hanno giurisdizione sui funerali e sulla pioggia. Se durante le cerimonie funebri si verificano errori o dimenticanze che potrebbero procurare malasorte ai discendenti, si invocano in aiuto i re draghi. Vengono invocati anche durante i periodi di siccità affinché mandino la pioggia. Esistono diverse specie di “long-wang”. Vi sono i re draghi celesti, i re draghi dei quattro oceani (che vivono in splendidi palazzi sul fondo del mare) e i re draghi dei quattro punti cardinali

Lu Ban
Il patrono dei falegnami cinesi.
Altro nome: Lu Pan

Lu Dong-bin
Uno degli otto immortali, i Ba Xian. Nacque nella Cina settentrionale nel 798 d.C. I membri della sua famiglia erano impiegati statali. Da giovane viaggiò verso sud fino al monte Lu, dove incontrò un drago di fuoco che gli donò una spada magica che gli permetteva di nascondersi in cielo.
Durante un viaggio alla capitale incontrò Zhong Li-quan, un altro immortale. Lu si addormentò e sognò che sarebbe stato promosso a una carica di alto ufficiale e avrebbe posseduto un’enorme ricchezza. Tutto andava bene per cinquant’anni, fino a quando la sua famiglia era mandata in esilio e sterminata. Quando si risveglio dal sogno, decise di rinunciare alla carriera di ufficiale e seguì Zhong sulle montagne. All’età di 100 anni aveva ancora un aspetto giovanile ed era in grado di viaggiare per 100 miglia in pochi secondi.
Lu Dong-bin riteneva che la pietà fosse il mezzo principale per raggiungere la perfezione. La sua spada non era un’arma per uccidere nemici, ma per vincere ignoranza, violenza e collera. Grazie al suo esempio Lu esercitò un’influenza decisiva sullo sviluppo del Taoismo, e questa scuola lo venera come maestro del suo fondatore.
Altri nomi: Lu Tung-pin, Lu Yan

Lu-xing
La Stella dell’Onore o dello Stato. Divinità astrale, una dei San-xing. È chiamata anche Guan-xing (Stella degli Ufficiali di Stato). Si credeva che fosse stato Shi Fei, un vassallo del fondatore della dinastia Han. Un’altra tradizione lo identifica con il dio della letteratura Wen-chang .
Altro nome: Lü-hsing

Ma Wang
Il protettore cinese dei cavalli.

Ma-mian
Il burocrate dell’oltretomba.

Men-shen
I due dèi, nella religione popolare sincretista cinese, che sorvegliano le due porte d’ingresso di un’abitazione privata o di un edificio pubblico. Si crede che i Men-shen (letteralmente “dèi della soglia”) siano stati due generali della dinastia Tang, cioè Qin Shu-bao e Hu Jing-de. Sono stati venerati a partire dal XIII o dal XIV secolo. La porta posteriore è custodita dal meno popolare Wei Ch’eng. Sono dotati di archi e frecce, nonché di simboli magici mediante i quali allontanano gli spiriti maligni. Secondo la leggenda, difesero anche il sesto imperatore contro i dèmoni che lo assalivano mentre era addormentato. I Men-shen sono presenti in veste di protettori in molti racconti popolari. Le due divinità sono raffigurate come due uomini con terribili espressioni del volto, in uniformi militari e/o in armatura, e armati di spada o di alabarda. Sulle loro spalle sono attaccate delle bandierine che indicano il grado.

Mo-hi-hai
Il dio cinese dell’acqua.

Mu Gong
Il dio taoista cinese dell’immortalità e “Signore dell’Est”. È la personificazione dello Yang (l’elemento maschile). Xi Wang-mu, l’elemento femminile Yin, è sua moglie e insieme hanno creato il cielo e la terra e tutto ciò che vive.
Altro nome: Mu Kung

Mu-king
Dio cinese del fuoco.

Nezha
Nezha è una figura mitologica del Taoismo cinese. Secondo il mito popolare, il padre Li Jing era comandante militare della dinastia Shang. È presente in molti racconti cinesi, come ad esempio Viaggio all’Ovest e L’investitura degli dei. Secondo l’Enciclopedia Baidu, la madre di Nezha rimase incinta per tre anni e diede alla luce una palla di carne. Il padre pensò che fosse un demone e la aprì tagliandola con la spada. Nezha era all’interno e così nacque
Un giorno, mentre si trovava vicino al mare, Nezha combatté con Ao Bing, un figlio del Re Drago del Mare Orientale Ao Guang, e lo uccise. Per punizione, Ao Guang fece venire I suoi fratelli e affrontò Nezha e la sua famiglia. Minacciò di sommergere il passo Chentang e denunciò Nezha all’Imperatore di Giada.
Per salvare la sua famiglia, Nezha si scorticò e si sventrò per restituire il corpo ai propri genitori e ricompensarli. I Re Draghi furono commossi da questa pietà filiale e risparmiarono la famiglia. Infine il suo maestro, Taiyi Zhenren, lo riportò alla vita servendosi di radici di loto per costruire un corpo per la sua anima.
Nezha è spesso raffigurato con le sembianze di un giovane che cavalca attraverso il cielo sulle ruote di fuoco del vento.

Niu Wang
Protettore dei bovini.

Niu-you
Lo spirito alto dignitario di corte dei re Yama.

Nü-gua
La dea creatrice cinese, che creò i primi esseri umani modellandoli dalla terra gialla, dopo che furono separati il Cielo e la Terra. Dato che questo sistema era troppo noioso e faceva perdere tempo, la dea immerse un laccio nel fango e lo fece oscillare intorno a sé. Ben presto la terra attorno a lei fu ricoperta di pezzetti di fango. Le statuine fatte a mano divennero i ricchi e i nobili; quelle che vennero fuori dagli schizzi di fango furono i poveri e la gente comune. Nü-gua è una delle dee più popolari ed è onorata sia come l’intermediaria fra uomini e donne, sia come la dea che concede di avere bambini. Inventò il fischio, istituì il matrimonio e insegnò all’umanità l’arte di costruire dighe e canali d’irrigazione. Si crede anche che Nü-gua abbia ricostruito l’universo dopo che era stato devastato dal mostruoso demone Gong Gong. Un particolare mito narra che a un certo momento i punti cardinali non erano più al loro giusto posto, rivelando così i nove regni. Nü-gua fuse delle pietre colorate per riparare i cieli azzurri, tagliò via le zampe di una tartaruga per sostenere i punti cardinali e uccise un drago nero per salvare la terra di Qi. Un altro mito afferma che al di là dell’oceano nord occidentale vivevano dieci spiriti che erano stati modellati dai suoi intestini.
Il suo presunto marito (e fratello) è il dio Fu Xi. Come per il fratello, la parte inferiore del corpo di lei è raffigurata in forma di drago. Quando sono ritratti insieme, le loro code sono intrecciate. Lei tiene una bussola, simbolo della Terra, mentre il marito tiene una squadra a triangolo, simbolo del Cielo.

Pa
Il dio cinese della siccità.

Pa-cha
Il dio cinese che protegge gli agricoltori contro le locuste.

Pakua
Dialetto cinese cantonese, letteralmente: “otto (bat) direzioni (gua)”. Forse in origine riferito alle otto suddivisioni della rosa dei venti cinese, ma comunque contenente un concetto di universalità.
1) Nella religione tradizionale cinese, “pakua” si riferisce al simbolo della “sorte”, che è uno specchio circondato dai trigrammi I Ching. Ad essere esatti non simboleggia propriamente la buona sorte, in quanto respinge la cattiva sorte, gli spettri, i dèmoni e soprattutto i fung shui malvagi. Il pakua nella sua forma fondamentale sopra descritta si vede, di solito come una piastra, nei templi o nelle abitazioni e anche nei posti di lavoro. Si ritiene che un pakua sia efficace se è puntato attraverso una porta che si apre su un luogo pubblico o è appeso a una finestra che gli estranei possono vedere dalla strada. Se per caso un edificio è il bersaglio di un pakua, bisogna sistemare un oggetto appuntito – il più delle volte una spada di metallo o di legno, un coltello o un altro oggetto a forma di coltello, come ad esempio i vecchi “cash” cinesi legati insieme a formare una spada o anche una forchetta – perché “catturi” la cattiva sorte riflessa. Questi oggetti sono usati anche per catturare e distruggere ogni genere di fung shui malvagio.
2) Un’arte marziale tradizionale, uno dei tanti tipi di boxe cinese.
3) A Macau “pakua” è anche un termine per indicare una persona dalla curiosità insaziabile.
Altro nome: Bagua.

Pan Jin Lian
La dea della fornicazione e delle prostitute. Secondo il mito era una giovane vedova sorpresa dal cognato mentre faceva l’amore. Il cognato uccise l’amante di lei. La vedova divenne patrona delle prostitute, che spesso s’inchinavano a lei prima di entrare nei luoghi dove lavoravano.
Altro nome: P’an Chin Lien

Pan-gu
Gigante vissuto all’inizio del mondo che si dice abbia lavorato diciottomila anni per riordinare il caos primigenio. Alla sua morte, i suoi occhi si trasformarono nel sole e nella luna, il suo sangue generò i fiumi e i capelli divennero alberi. Gli esseri umani nacquero invece dai pidocchi che infestavano i capelli di Pan-gu. Notevole è l’analogia con la nascita del mondo dal corpo del gigante Ymir nella mitologia nordica.

Peng-lai
Nel Taoismo è l’isola del Mar Cinese Orientale che si crede abitata dagli immortali (Xian). L’isola epitomizza la perfetta felicità perché in essa crescono i leggendari funghi dell’immortalità. Molte spedizioni furono inviate in cerca di questa isola, ma nessuna ebbe successo. Le navi si rovesciavano o erano dirottate in altre direzioni, o l’isola stessa si immergeva davanti agli occhi degli equipaggi.
Altro nome: P’eng-lai

Peng-zi
Una figura della mitologia cinese che simboleggia la longevità. Narra la leggenda che Peng-zi nacque durante la dinastia Han e alla fine della dinastia Yin aveva raggiunto l’età di 777 anni (benché altre fonti dicano che avesse superato gli 800 anni) e conservava ancora l’aspetto esteriore di un giovane. Per mantenersi giovane inghiottiva polvere di mica e le corna macinate di una specie di alce.
Nel taoismo religioso si crede che Peng-zi abbia introdotto le pratiche sessuali taoiste per prolungare la vita.
Altro nome: P’eng-tzu

Pusa
Buddha, termine usato dai cinesi per indicare i loro dei; poco importa se il dio così chiamato appartenga alla religione buddista, taoista o cristiana.

Qi Gu-niang
Una figlia dell’Imperatore di Giada Yu-huang. È conosciuta con l’appellativo di “Settima Signora” ed è venerata da tutte le ragazze che vogliono sapere chi sposeranno.
Altro nome: Ch’i Ku-niang

Qin-shu-pao
Dio guardiano delle due porte d’ingresso, uno dei Men-shen. In origine era un generale della dinastia Tang.
Altro nome: Ch’in-shu-pao

Ran-deng
Una mendicante cinese e un futuro Buddha.
Altro nome: Jan-teng

Re celesti
I custodi delle quattro parti del mondo (Tian-wang).

Re draghi
Figure mitiche del taoismo. (v. Long-wang).

Ru Shou
Il messaggero del dio del cielo, analogamente a Gou Mang. Ru Shou è collegato all’ovest, all’autunno e alla sventura. Il suo attributo è il drago.
Altro nome: Ju-Shou

San-guan
“I tre sovrani”, il nome delle tre divinità taoiste, cioè Tian-guan, Di-guan e Shui-guan. Giocano un ruolo importante nella vita religiosa cinese. Tutti i tre governanti tengono un registro delle buone e cattive azioni delle persone.
L’inizio del loro culto risale all’inizio del taoismo religioso. Il loro aiuto era ottenuto, nel corso di cerimonie di guarigione, da Zhang Jue e Zhan Dao-ling, rispettivamente guide della Via della Pace Suprema e del Taoismo dei Cinque Mucchi di Riso. Durante queste cerimonie di guarigione la gente doveva scrivere i propri peccati – che si credeva fossero la causa delle loro infermità – su tre pezzi di carta, uno per ciascuno dei tre sovrani. Il pezzo di carta destinato a Tian-guan era bruciato o deposto sulla cima di una montagna, quello destinato a Di-guan era sepolto nel terreno e quello per Shui-guan era affondato nell’acqua.
Il culto dei San-guan fu riformato sotto Kou Qian-zhi e i tre divennero funzionari degli dei, incaricati di supervisionare i riti e ricompensare i credenti. Ogni città aveva una sala o un tempio dedicato a loro. Raramente sono raffigurati insieme, ma quando lo sono, siedono l’uno accanto all’altro e sono vestiti da mandarini.
Altro nome: San-kuan

San-huang
Il nome dei tre leggendari imperatori cinesi, cioè Fu Xi, Shen-nung e Yen-ti. Il periodo in cui regnarono è collocato nel 2852-2697 a.C. o nel 2592-2490 a.C. Il nome significa “i tre nobili”.
Loro successori furono i Wu-di, i cinque imperatori leggendari.

San-qing
“I Tre Puri”, il nome dei tre cieli taoisti e delle tre divinità che li abitano. Il primo di questi cieli è Yu-qing, il Cielo della Purezza di Giada, ed è abitato da Yuan-shi tian-zong. Secondo certe fonti, questo primo e più alto cielo è anche governato da Yu-huang. Il secondo cielo si chiama Shang-qing, il Cielo della Grande Purezza, ed è riservato a Ling-bao tian-zong. Il terzo cielo è Tai-qing, il Cielo dell’Altissima Purezza, ed è governato da Tao-de tian-zong.

San-xing
Tre divinità stellari della buona sorte, che costituiscono uno dei motivi preferiti dell’arte popolare cinese. Si tratta di personaggi storici che sono stati deificati in riconoscimento degli speciali meriti da essi raccolti. I “san-xing” sono Fu-xing (Buona Stella), Lu-xing (Stella dell’Onore) e Shou-xing (Stella della Lunga Vita).

Scimmia
Scimmia era un animale con pelliccia ingiallita, grandi orecchie e la capacità di tramutarsi in oltre 10.000 travestimenti. Il suo problema era quello di essere un animale rumoroso e ficcanaso. Era nata dall’uovo di pietra in cima alla Montagna e aveva messo insieme una banda di propria iniziativa. Dal momento che molestava tutti gli dei e gli umani e tutte le nuove opere della creazione, agli dei venne l’idea di affidarle la responsabilità dei Sacri Peschi. Dopo che ebbe sorvegliato i Sacri Peschi per una settimana, a Scimmia venne la curiosità di assaggiare una pesca, e la divorò in un attimo. Così, quando Buddha andò a passeggiare nel giardino e vide che una pesca era stata mangiata da Scimmia, s’infuriò. Allora mise alla prova Scimmia. Le disse che se avesse trovato l’estremità del mondo, avrebbe avuto la capacità di mangiare tutte le pesche dell’universo. Allora Scimmia camminò e camminò e infine arrivò a cinque giganteschi pali che sporgevano dal suolo. Scimmia pensò che quello fosse il limite estremo del mondo, contrassegnò il luogo e scrisse il suo nome sull’ultimo palo, il più piccolo. Quando incontrò nuovamente Buddha, gli disse quello che aveva fatto al confine del mondo. Ma il saggio Buddha rise e disse: “No, non ti sei nemmeno ancora allontanata dalla mia mano”, e mostrò a Scimmia sulla propria mano il punto in cui lei aveva contrassegnato il palo e scritto il suo nome. Da quel momento in poi Scimmia tenne un comportamento più consono a un dio, ma continua a essere una piccola scimmietta ficcanaso.

Shachihoko
Un mostro marino cinese con testa di tigre e corpo di pesce. Il corpo è ricoperto di punte velenose. Sulla terraferma può trasformarsi in una tigre. La raffigurazione dello Shachihoko fu usata come gargoyle nel medioevo giapponese.

She-di
Patrocinatrici cinesi che custodiscono certe vaste aree e ampie e i loro abitanti.
Altro nome: She-ti

Shen Yi
Il dio cinese del sole. Quando la terra era arroventata dal calore di dieci soli, Shen Yi ne colpì nove con le sue frecce e divenne il sovrano di quello rimasto. Questa impresa gli valse il titolo di “Arciere Celeste”. La dea Xi Wang-mu gli concesse la bevanda dell’immortalità, e raggiunse la dimora degli immortali. La moglie Heng O tentò di bere anch’ella la bevanda, ma lui gliela strappò prima che potesse berla fino in fondo. Così non riuscì ad arrivare alla sommità del cielo e dovette stabilirsi sulla luna. Eterno nemico di Shen Yi è il dio del vento Fei Lian. Sheng Yi è raffigurato con un sole in mano.
Altro nome: Shen I

Shen-nung
Personaggio della mitologia cinese di cui si racconta abbia inventato l’aratro e abbia insegnato agli esseri umani l’arte dell’agricoltura e la cura dei boschi. Gli si attribuisce anche l’introduzione delle medicine. Shen-nung è uno dei tre nobili, detti “San-huang”. È anche considerato dio del vento e protettore dei farmacisti. È spesso raffigurato con la testa di un bue.

Shou-lao
L’antico dio taoista cinese della lunga vita e felicità. Shou-lao è il nome popolare di Shou-xing, la divinità astrale della longevità. Solitamente è raffigurato con una testa enorme, mentre trasporta un lungo bastone e una zucca contenente l’acqua della vita. Nell’altra mano tiene la pesca dell’immortalità, a volte con una gru su di essa (entrambe sono simbolo di immortalità)
Altro nome: Shou-xing

Shou-xing
Divinità astrale, uno dei San-xing. Il suo nome significa “Stella della Longevità” e possiede una enorme testa alta e calva. Si sostiene su un bastone nodoso e porta in mano la pesca dell’immortalità. È rappresentato simbolicamente come un fungo o una tartaruga.
Secondo una leggenda, un tempo era un ragazzo chiamato Zhao Yen al quale, quando era ancora un bambino, dissero che gli restavano solo diciannove anni di vita. Gli consigliarono di andare in un particolare campo in un giorno preciso e di portare con lui una giara di vino e del cibo secco. In quel particolare campo avrebbe visto due uomini giocare a dama sotto un albero di gelso. Avrebbe dovuto offrire loro vino e cibo, ma non rispondere assolutamente alle loro domande. Zhao Yen seguì il consiglio. Mentre i due uomini approfittavano del cibo e del vino, discutevano sul modo migliore per ringraziare il ragazzo della sua generosità. Alla fine decisero di capovolgere le cifre degli anni che il ragazzo avrebbe ancora vissuto, cambiandoli da 19 a 91. Si disse in seguito che uno dei giocatori era il dio del Polo Nord, che decide il giorno della nascita, mentre l’altro era il dio del Polo Sud, che fissa la data della morte.
Shou-xing fu poi conosciuto come Shou-lao nelle credenze popolari successive. È chiamato anche Nan-ji-Xian-weng (“il Vecchio del Polo Sud”).

Shui-guan
Uno dei San-guan. Shui-guan domina sulle acque. Aiuta i credenti a superare gli ostacoli. Insieme agli altri tre San-guan tiene un registro di tutte le persone morte buone e cattive.
Altro nome: Shui-kuan

Shun
Uno dei Wu-di, i cinque leggendari imperatori della mitologia cinese. Fu prescelto per essere il successore di Yao su suggerimento delle Quattro Montagne (coloro che comandano i punti cardinali), al posto dello stesso figlio di Yao. Il suo successore fu Da-yu, Yu il grande. Si dice che Shun (2255-2205 a.C. o 2233-2184 a.C.) fosse un barbaro venuto dall’Oriente, un vasaio che coltivava personalmente i propri campi. Viaggiò per tutti i punti cardinali e scacciò la malasorte sorvegliando i loro ingressi.

Si-ming
Il “Signore del Destino” che decide la durata della vita di ogni persona. Annota in un registro i peccati e le omissioni dell’umanità e ne informa Tai-yi, l’Essere Supremo, chiedendogli di allungare o accorciare la vita di una persona a seconda dei casi. Ha due libri: il Libro della Morte che contiene i nomi di tutti quelli che devono morire e il Libro della Vita che contiene i nomi degli immortali.
In seguito è stato identificato con il dio della terra Zao-jun, una delle più importanti divinità della religione popolare cinese.
Altro nome: Assuming

Siu Yan
Diversamente dagli irlandesi, per i cinesi del sud della Cina, il Piccolo Popolo è formato da persone molto grandi, spesso vicini, cadute in disgrazia. Precisamente sono vittime di maledizioni.
Una maledizione può essere lanciata da un Da Siu Yan (il Piccolo Popolo che Colpisce) o può essere una maledizione “fai-da-te”. Il Da Siu Yan di solito è una donna. Ha un’attrezzatura molto semplice: il cibo, l’incenso e le preghiere scritte della consueta venerazione degli antenati. Le persone nominate nella preghiera potranno avere cattiva sorte, che di solito si manifesta con particolari inconvenienti. È molto facile – particolarmente per una Gwai Lo (gli scrittori e molti lettori sono Gwai Lo – Spiriti Forestieri, a volte tradotto con Demoni o Diavoli) acquistare una formula magica in un negozio di carta (v. Dzi Dzat) o trovare una formula adatta in un almanacco cinese.
La Da Siu Yan è ancora una professione a Hong Kong, mentre a Macao, pur essendo ancora attiva, non è facilmente visibile. A Macao si pratica ancora una maledizione stagionale.
Il Piccolo Popolo scaglia maledizioni meno dure, il cui oggetto non è la morte o la dannazione. Questo forse dipende dalla natura piuttosto meccanica della magia cinese. La sua applicazione è una tecnica, e quindi è il suo guasto o la sua distruzione. Uno dei più inopportuni (ma comuni) manufatti pubblici degli Hac Tao e delle Da Siu Yan è il Pakua e le sue varianti, o addirittura il semplice specchio. La presenza dello specchio indica comunemente la credenza in una maledizione o quantomeno nella cattiva sorte che avanza dalla direzione indicata dallo specchio. La credenza nello specchio è semplice quanto la filastrocca infantile: “Sono gomma, tu sei colla…”, e la maledizione arriva alla persona maledetta.
A Macao, infine, sono in vendita piccole tigri di carta. Sono fatte di carta gialla, con strisce e disegni stampati in nero. La gente che pensa di essere stata colpita da una maledizione batte sulle piccole tigri di carta e dice: “da siu yan”, nella convinzione che il danno si rivolgerà contro chi ha scagliato la maledizione.

Song Di
Il re del Terzo Inferno nella mitologia cinese. In questo luogo si riceve la punizione per le colpe di comportamenti indegni di un figlio, disobbedienza, slealtà e ribellione. Song Di è onorato nell’ottavo giorno della seconda luna.
Altri nomi: Sung Ti

Song-zi niang-niang
Nella mitologia cinese la “Signora che Concede i Figli”. A volte si trova in compagnia di Zhang Xian.
Altri nomi: Sung-tzu niang-niang

Ssu Ling
I Ssu Ling sono le quattro creature spirituali della mitologia cinese. Queste creature sono il Ch’i-lin, il Feng-huang, la tartaruga Gui Xian e il drago Long. Il Ch’i-lin ha corpo di cervo, coda di bue, zoccoli di cavallo e un solo corno. Il Ch’i-lin compare soltanto prima della nascita o della morte di un grande uomo. Il Feng-huang, o fenice, era un uccello con piume raggianti. Il suo canto era ammaliatore. Il Feng-huang appariva quando la buona fortuna era propizia. La tartaruga era un simbolo di lunga vita e di rettitudine. Quando raggiungeva l’età di mille anni, era in grado di parlare la lingua degli uomini. Veniva usata per predire il futuro. Il drago, anch’esso segno di buona fortuna, simboleggiava il potere dell’imperatore. I draghi dominavano sull’acqua: mari, fiumi e nuvole temporalesche. Ciascuna delle quattro creature spirituali della mitologia cinese era uno dei simboli sulla bussola: il Ch’i-lin era il punto occidentale; il Feng-huang quello meridionale; la tartaruga, insieme al serpente, presiedeva al nord, mentre il drago simboleggiava l’est.

Sun Hou-zi
La scimmia divina nella mitologia cinese, nata da un uovo fecondato dal vento. Poiché è molto abile nell’uso della magia, è sempre in grado di imbrogliare gli dei. Per questo è riuscita a ottenere la pesca dell’immortalità. È conosciuta anche con il nome di Sun Wu-kong.
Altri nomi: Sun Hou-tzu, Sun Wu-kong

Sun Wu-Kung
Sun Wu-Kung è il nome del Re Scimmia. Sun, il cognome, deriva dalla parola cinese che significa “scimmia”. Wu-Kung significa “pellegrino” e gli fu dato dal suo primo maestro, un sacerdote taoista. È conosciuto anche con gli appellativi di Generoso Re Scimmia, la Scimmia della Mente e Pi Ma-Wen, benché quest’ultimo appellativo sia da lui considerato quasi come un insulto e lo faccia di solito infuriare. Sun Wu-Kung è uno dei personaggi principali del racconto classico “Viaggio verso ovest”, che narra del monaco Tang Tripitaka e del suo viaggio verso il Cielo dell’Ovest per ottenere le sacre scrittura da Buddha e portarle con sé in Cina.
Sun Wu-Kung nacque dal caos primevo da un uovo di pietra fecondato dal cielo. Regnò su un regno di scimmie in un’isola remota, attribuendosi il nome di Generoso Re Scimmia. Un giorno da quelle parti passò una vecchia scimmia, e il Generoso Re Scimmia decise di lasciare l’isola per apprendere il modo di diventare immortale.
Viaggiò attraverso le terre degli umani, fino a quando arrivò a una montagna dove un sacerdote taoista lo accettò come discepolo. La scimmia si dimostrò uno studente molto esperto in arti marziali, trasformazioni magiche e danza sulle nuvole, un’arte che lo rese capace di oltrepassare migliaia di miglia con un solo salto. Ma il Generoso Re Scimmia era dispettoso, e alla fine fu espulso per il suo esibizionismo.
Fece ritorno all’isola, annientò i mostri che vi si erano insediati e ben presto rivolse gli occhi verso il cielo, convincendosi di essere potente quanto gli dei. Si attribuì il nome “Il Grande Saggio, che Eguaglia il Cielo” e pretese che l’Imperatore di Giada lo riconoscesse come tale. Ben consapevole del suo potere l’Imperatore di Giada acconsentì alla richiesta e nominò Scimmia Pi Ma-Wen, che significa “garzone”. Scimmia fu lusingato del titolo e fu contento di svolgere il suo incarico, fino a quando scoprì che si trattava di un lavoro servile, e che tutti gli altri dei ridevano di lui. Infuriato, fece crollare il cielo, rubando e mangiando la pesca dell’immortalità destinata a una festa e inghiottendo tutte le pillole dell’immortalità preparate da Lao Tsu.
Scimmia fuggì nella sua isola e istituì delle difese, perché gli dei gli davano la caccia. Asserragliato nelle fortificazioni, resistette con il suo esercito al nemico celeste, che più volte dovette ritirarsi in attesa di rinforzi. Infine, Lao Tsu, il Boddhisattva Kuan Shi-Yin e la famiglia Deveraja riuscirono a sconfiggerlo. L’Imperatore di Giada provò a farlo giustiziare, ma la magia di Scimmia era troppo potente. Fu gettato nel calderone di Lao-Tzu per essere distrutto, ma fu solo raffinato e ne balzò fuori per causare ancor più caos in cielo. Infine l’Imperatore di Giada pregò lo stesso Buddha di aiutarlo. Buddha acconsentì e intraprese una gara con Scimmia. Scimmia perse e fu imprigionato sotto una montagna e tormentato per 500 anni.
Kuan Shi-Yin preparò il suo ritorno, offrendosi come scimmia penitente per fare da guardia del corpo a una santa scimmia che stava pellegrinando dalla Cina al Cielo Occidentale per ricevere le scritture da Buddha in persona. La cosa si dimostrò più dura di quanto sembrava, poiché Tripitaka, la scimmia in missione, aveva condotto una vita virtuosa dedicata alla cultura per tutte le sue ultime dieci incarnazioni. Ciò significava che mangiare la sua carne garantiva l’immortalità e avrebbe reso la scimmia un bersaglio continuo degli attacchi dei demoni.
Ma da allora Scimmia aveva ottenuto e sviluppato un enorme potere, che lo rendeva una guardia del corpo pressoché invincibile. Conobbe il percorso delle 72 trasformazioni, che gli permisero di trasformare il suo corpo in qualsiasi cosa desiderasse, da una pulce a un enorme gigante. Inoltre ciascuno dei suoi capelli poteva trasformarsi in ciò che voleva: quindi, strappandosi alcuni capelli e masticandoli, poteva creare un esercito di suoi sosia. Poteva camuffarsi in qualsiasi creatura avesse mangiato e solo gli dei, con la loro vista acuta, potevano penetrare la sua forma falsificata. Anche lui aveva una visione molto nitida e durante il giorno poteva distinguere dei mostri camuffati fino a 10.000 miglia di distanza. Era un maestro molto esperto di arti marziali e conosceva l’arte della danza sulle nuvole, che lo metteva in grado di oltrepassare immense distanze in un tempo brevissimo. Era anche in possesso di un’arma magica vinta dal Re Drago dell’oceano. Chiamava a sé il Bastone Accondiscendente, un’asta di metallo di forma cangiante, che si dice pesasse quasi sei tonnellate. Di solito lo indossava dietro le orecchie, con la forma e le dimensioni di uno stuzzicadenti, ma quando andava in battaglia, il Bastone poteva diventare più spesso di una lancia e moltiplicarsi al comando.
Nella forma originaria Scimmia era una creatura minuscola con lineamenti scimmieschi e arti filiformi. Vivendo tra gli esseri umani, la sua forma e postura divennero più umanoidi, tuttavia mantenne la faccia scimmiesca, il corpo peloso e la coda. All’apice del suo potere, indossò un’armatura d’oro che aveva portato via con la forza ai Re Draghi. Dopo essere stato messo in prigione, indossò abiti di seta donatigli da Kuan Shi-Yin e una pelliccia di tigre appesa alla cintola. Dopo essere stato bollito nel calderone di Lao Tsu, i suoi occhi diventarono duri come diamanti e le pupille rosse come la fiamma.
Aveva pochissime debolezze. Era terrorizzato dal fuoco dopo essere stato bollito nel calderone, e qualsiasi tipo di fumo rendeva liquidi i suoi duri occhi. Era debole nel combattimento sott’acqua, tanto che spesso i suoi oppositori fuggivano dentro laghi o fiumi per scampare alla sua ira. Era anche molto scarso nella meditazione, essendo completamente incapace di stare seduto in silenzio. Ma la sua più grande debolezza era la corona di ferro che portava sul capo, impostagli da Kuan Shi-Yin. Ogni volta che veniva recitata una formula magica, la corona si stringeva e gli schiacciava il cranio.
Vegliò su di lui per quasi tutto il viaggio, diventandone discepolo insieme a Chu Pa-Chieh, la Scimmia Sha e il Cavallo Drago. Dovette affrontare molti mostri, alcuni dei quali in precedenza erano alleati durante il suo passato da mostro. Alla fine le scritture furono ricuperate e Sun Wu-Kung divenne il Buddha della vittoria attraverso la lotta.
Sun Wu-Kung è spesso associato al dio Indù Hanuman. (v. anche: Scimmia, Re Scimmia, Sun Hou-Zi).

Sun-pi
Il dio cinese dei ciabattini.
Altro nome: Sun-p’i

Tai-sui-xing
Il dio cinese del tempo e dei pianeti. Il suo nome significa “Stella del Grande Anno” in riferimento al pianeta Giove, che ha un periodo di rivoluzione di dodici anni.
Altro nome: T’ai-sui-hsing

Tai-yi
“Il Supremo”, noto anche con il nome di Da-yi “Il Grande”. Durante la dinastia Han, Tai-yi fu venerato come parte della triade dei Tre (San-yi) e diventò una divinità personificata. I discepoli del suo culto credevano che fosse aiutato da Si-ming, il Signore del Destino. Tai-yi divenne la divinità più importante, e si diceva che abitasse sulla Stella Polare e che i cinque imperatori leggendari (in quanto regnavano sui punti cardinali) fossero diventati suoi sudditi. È anche venerato insieme al dio del sole.
Nel Taoismo, precisamente nella Inner Deity Hygiene School, è la divinità più importante all’interno del corpo umano.
Altro nome: T’ai-I

Tai-yue da-di
La più importante e più popolare tra le divinità taoiste delle montagne. Si crede che regni sulla terra e sull’umanità. Il Grande Signore della Cima dell’Est (la montagna sacra Tai-shan) regola le faccende umane e decide il tempo della vita e il momento della morte delle persone. In un registro tiene memoria delle vite e delle reincarnazioni delle persone. Ha il potere di decidere la loro posizione sociale, salute e discendenza. Suo superiore è Yu-huang, l’Imperatore di Giada.
Tai-yue da-di ha una vastissima struttura amministrativa che lo aiuta in tutte le sue responsabilità e che è una copia esatta di quella dello stato. È costituita da vari dipartimenti, come ad esempio uno per le nascite, uno per le morti, una per decidere il destino di una persona in base alle sue buone o cattive azioni e così via. Il personale amministrativo è assunto tra i morti.
Tai-yue da-di è ritratto in vesti imperiali e l’espressione del suo viso è impersonale. Nelle case delle famiglie taoiste non si venera la sua immagine, ma piuttosto sigilli o amuleti a lui dedicati. Questi attributi hanno il potere di scacciare gli spiriti maligni.
Altro nome: T’ai-yüeh ta’ti

Tang
Un messia cinese che salvò l’umanità da una terribile siccità. Sacrificò il proprio corpo in un cespuglio di gelso, e immediatamente cominciò a cadere la pioggia.
Altro nome: T’ang

Tao-de tian-zong
Il Venerabile Celeste del Tao e Te. È il governatore del terzo cielo, Tai-qing, il Cielo dell’Altissima Purezza. Rivela gli insegnamenti taoisti contenuti nello scritto custodito dal Venerabile Celeste del Gioiello Magico (Ling-bao tian-zong). Può assumere una grande varietà di forme per condurre gli abitanti del “mondo di polvere” più vicino agli insegnamenti del Tao.
Altro nome: Tao-te t’ien-tsun

Tian Hou
Tian Hou (in cantonese Tin Hau) letteralmente significa Imperatrice del Cielo. È una dea che si dice protegga i pescatori. Lungo le coste della Cina dove si svolge attività di pesca o sorgono villaggi di pescatori si possono trovare molti templi a lei dedicati.
Altri nomi: T’ien Hou, Tin Hau

Tian-di
L’espressione convenzionale per designare l’universo. Significa letteralmente: “Cielo e Terra”.
Altro nome: T’ien-ti

Tian-guan
Il Signore dei Cieli e uno dei tre sovrani, i San-guan. Concede la salute e la buona sorte. Insieme agli altri tre San-guan tiene un registro di tutte le persone morte buone e cattive.
Tian-guan di solito è raffigurato in piedi mentre tiene tra le mani un rotolo con l’iscrizione “Il Signore dei Cieli elargisce la buona sorte”, e per questo motivo è venerato come dio della buona sorte.
Altro nome: T’ien-kuan

Tian-long
Uno degli dei servitori di Wen Chang, insieme a Di-ya.
Altro nome: Tien Lung

Tian-mu
La dea cinese dei fulmini, il cui nome significa “Madre del Fulmine”.
Altro nome: T’ien-mu

Tian-wang
I Re Celestiali della mitologia cinese, noti anche come i protettori del mondo. Queste creature dalle sembianze demoniache risiedono sulla montagna del mondo Meru. Sono i guardiani delle quattro regioni del mondo e dell’insegnamento buddista. Lottano contro il male e proteggono i luoghi in cui si insegna la bontà. I loro corpi sono protetti da armature e sul capo portano elmi o corone. In ogni monastero cinese e giapponese si possono trovare loro immagini. Il re e guardiano del nord ha il corpo verde. Nella mano sinistra porta lo stendardo ammainato simile a un parasole e nella destra porta una pagoda o una mangusta d’argento che vomita gioielli. È il più importante dei Tian-wang. Il Re Celestiale dell’est ha il corpo bianco. Suona un liuto cinese, il cui suono purifica i pensieri degli uomini e li conduce alla pace. Il guardiano del sud ha il corpo blu. Regge una spada che usa nella sua lotta contro la tenebra (cioè l’ignoranza). Protegge la radice della bontà negli esseri umani. L’ultimo re, quello dell’ovest, ha il corpo rosso. Nella mano destra ha un serpente davanti al quale tiene in mano la gemma che esaudisce i desideri. Ciascun re ha novantuno figli che lo aiutano a sorvegliare le dieci direzioni, nonché otto generali e altri servitori che si prendono cura della regione del mondo a lui assegnata. I Tian-wang sono noti in Cina fin dal IV secolo, ma sono stati venerati (nella forma attuale) fin dalla dinastia Tang (inizio del VII secolo).

Tian-zong
Il titolo attribuito alle più alte divinità taoiste, letteralmente “Venerabile Celeste”. I Tian-zong più importanti sono il Venerabile Celeste dell’Inizio Primordiale (Yuan-shi tian-zong), il Venerabile Celeste del Gioiello Magico (Ling-pao tian-zong) e il Venerabile Celeste del Tao e Te (Tao-de tian-zong). Yu-huang, l’Imperatore di Giada, è venerato anche con il nome di Tian-zong.
I venerabili celesti del Taoismo sono modellati sui bodhisattva del buddismo Mahayana. L’appellativo di t’ien-tsun è stato associato al nome di varie divinità intorno al terzo secolo a.C.
Altro nome: T’ien-tsun

Tu-di
Un dio cinese patrono di alcune piccole aree. Ciascun edificio pubblico, strada e distretto hanno il loro personale Tu-di che tiene un registro in cui scrive le vite e le morti degli abitanti. Per questo motivo devono essere informati di tutte le morti: quando una persona muore, donne piangenti visitano il tempio o il tempietto della divinità e offrono incenso e monete di carta.
Talora queste funzioni sono delegate a celebri personalità storiche. Un Tu-di è subordinato a un dio della città (Cheng-huang), ma la loro responsabilità è identica. Ricchi raccolti dipendono dalla buona disposizione dei Tu-di.
Altro nome: T’u-ti.

Wang Mu niang-niang
Dea cinese custode delle pesche dell’immortalità. Il marito è il grande dio Yu-huang, e insieme hanno nove figlie, una in ciascuno dei nove cieli, tra cui la dea Xi Wang-mu.

We-duo
Nel buddismo cinese è il divino generale dei signori dell’emisfero sud. È rappresentato come un giovane soldato che indossa una splendida armatura.
Altro nome: We-to

Wei Cheng
La divinità cinese che sorveglia la porta posteriore delle abitazioni private e degli edifici pubblici. Antico ministro dell’imperatore Tang Tai-zong, Wei Cheng, come guardaporte, è molto meno popolare rispetto ai Men-shen
Altro nome: Wei Ch’eng

Wei-tuo
Il protettore dell’insegnamento. Si trova spesso in compagnia di Guan-yin.
Altro nome: Wei-t’o

Wen-chang
La divinità popolare del Taoismo cinese dio della letteratura e della scrittura, invocato dagli studenti affinché li aiuti negli studi. È venerato in modo particolare da coloro che hanno bisogno di aiuto negli esami di ammissione a una carriera ufficiale. Si crede che Wen-chang sia autore di grandi opere letterarie fatte conoscere all’umanità in molti modi miracolosi.
Nella realtà Wen-chang è una costellazione di sei stelle in prossimità dell’Orsa Maggiore. Si dice che quando queste stelle brillano, fiorisce la letteratura. Wen-chang scende spesso sulla terra in forma umana. I testi taoisti nominano diciassette distinte esistenze di questa divinità stellare sulla terra
È rappresentato in abiti da mandarino, con in mano uno scettro (ru-yi) che esaudisce i desideri. Suoi compagni sono Kui-xing e Zhu-yi, Colui che è Vestito di Rosso.
Altro nome: Wen-ch’ang

Wen-shu
Uno dei quattro grandi bodhisattva della Cina. Fu scelto da Shakyamini Buddha per annunciarne gli insegnamenti in Cina. Si dice che Wen-shu abbia insegnato durante il regno dell’imperatore Ming-di e che sia stato da lui personalmente venerato.
Il luogo in cui si dice sia apparso e abbia esposto gli insegnamenti è il monte Wu-tai-shan, che ancora oggi è luogo di pellegrinaggio per i buddisti cinesi che desiderano rendere omaggio a Wen-shu.
Presenta analogie con il sanscrito Manjushri.

Wu Guan
Il re del quarto inferno cinese, l’Inferno del Lago di Sangue. In esso sono puniti i falsari e gli imbroglioni. Il suo giorno è il diciottesimo della Seconda Luna.
Altro nome: Wu Kuan

Wu Yo
Le cinque montagne sacre del nord, est, sud, est, ovest e centro della Cina. La più celebre tra queste è la montagna Tai Shan a Shantung. Si dice che l’imperatore mitico Yao abbia reso loro omaggio nel 2346 a.C.

Wu-di
I cinque imperatori leggendari, successori degli San-huang. Si dice che abbiano regnato sulla Cina tra il 2697 e 2205 a.C. o – secondo un calcolo alternativo del calendario – tra il 2674 e 2184 a.C. Sono: Huang-di (l’Imperatore Giallo), Juan Xu, Gu, Yao e Shun.
La credenza nella loro esistenza si basa su speculazioni storiche risalenti al secondo e primo secolo a.C. Confucio, che visse prima di loro, menziona soltanto Yao e Shun. Il numero cinque riflette il sistema cinese di corrispondenze cosmologiche, e dal momento che il numero cinque è collegato ai cinque elementi, ognuno dei cinque elementi è assegnato a un imperatore.
Altro nome: Wu-ti

Xi Shi
La patrona cinese dei mercanti di creme per il viso e profumi. Era figlia di un macellaio e divenne una concubina reale. Quando fu presentata all’imperatore, era tanto profumata, che il suo profumo poteva essere percepito per dieci li.
Altro nome: Hsi Shih

Xi Wang-mu
La dea cinese dell’immortalità e personificazione dell’elemento femminile yin. La Xi Wang-mu taoista è chiamata la “Madre Reale dell’Ovest” e regna sul paradiso occidentale degli immortali. È figlia del dio Yu-huang ed è sposa di Mu Gong. In origine era una terribile tigre portatrice di pestilenze, ma sotto l’influenza del Taoismo divenne una dea benevola.
Il suo palazzo di giada si trova nei mitici monti Kun-lun, nei pressi del Lago di Gioielli. È circondato da un muro di oro puro lungo oltre millecinquecento chilometri. I maschi immortali risiedono nell’ala destra e le donne immortali nell’ala sinistra del palazzo. Nel giardino coltiva il pesco dell’immortalità. Questo albero produce una pesca ogni trecento anni, che impiega altri trecento anni per maturare. Quando à matura, Hsi Wang-mu invita gli immortali a festeggiare il suo compleanno e a godere della pesca miracolosa che concede di prolungare l’immortalità.
È ritratta come una donna giovane e bella che indossa una veste reale e a volte cavalca un pavone. Il suo animale preferito è Feng-huang, il simbolo dell’immortalità.
Altro nome: Hsi Wang-mu

Xian
Un essere che ha raggiunto l’immortalità fisica nel Taoismo religioso. Uno Xian non è più soggetto al “mondo di polvere” ed è maestro in svariate arti magiche.
Secondo il grande alchimista Ko Gong, esistono tre categorie di immortali. La prima sono gli immortali celesti che abitano nel paradiso taoista, una delle isole degli immortali (Peng-lai) situata nel mare orientale, o sui monti Kun-lun verso ovest. La seconda categoria sono gli immortali terrestri che vivono sulle montagne o nelle foreste. L’ultima categoria sono gli immortali separati dal loro corpo morto (shi-jie).
Gli immortali sono spesso raffigurati a cavallo di una gru. Le gru sono un simbolo d’immortalità e, secondo l’antica credenza, possono vivere centinaia di anni. Nel corso dei secoli diverse celebri e onorate personalità storiche sono state ammesse al grado di immortali. Le più famose sono i Ba Xian (gli otto immortali). Si crede che amuleti e incantesimi recanti i simboli degli Xian portino fortuna.

Yang Jing
Il Dio Capra cinese. I contadini nelle regioni montane fanno sacrifici a Yang Jing affinché li protegga contro gli animali selvatici. È raffigurato con una testa di capra portata come un berretto e una pelle di capra.

Yan-lo
Il dio dei morti, signore e giudice del Quinto Inferno. La punizione in questo inferno è il ricordo delle cose passate. Yan-lo è del tutto identico al dio indù della morte, Yama. Tuttavia nella mitologia cinese non ha potere su coloro che per la loro perfezione sulla terra sono transitati ai piani superiori dell’esistenza. È anche chiamato semplicemente Wang. Il compleanno di Yan Lo cade nell’ottavo giorno della Prima Luna.
Altri nomi: Yan Wang, Yen-lo-wang

Yao
Mitico imperatore della Cina che visse dal 2334/2233 a.C. o 2356/2255 a.C. Si dice che abbia istituito il calendario e introdotto posizioni ufficiali, i cui occupanti erano responsabili di fare un uso appropriato delle quattro stagioni dell’anno. È uno dei Wu-di.
Nominò Shun suo successore anziché il proprio figlio e lo sottopose a dure prove per un periodo di tre anni prima di affidargli il governo del paese. Dopo la morte di Yao, fu Shun ad ascendere al trono. Apparvero in cielo dieci soli, minacciando di ridurre la terra in cenere. L’arciere celeste Shen Yi riuscì a colpirne nove con il suo arco magico.
Yao è anche conosciuto come il Domatore dei Venti. Guadagnò questo appellativo quando riportò ordine nel regno (con l’aiuto di Shen Yi) dopo che un mostro aveva devastato il sud del paese con violente tempeste. Aiutò anche Kun a combattere contro le onde del Fiume Giallo che minacciavano di raggiungere il cielo.

Yao-shi
Il Buddha cinese il cui compito è salvare vite, sanare ferite e curare malattie. Il suo nome completo è Yao-Shi-Fo (“Buddha Medico”).
Altro nome: Yao-shih

Yen-di
Leggendario imperatore cinese, uno degli San-huang. Fu l’inventore della cottura, che evita le malattie derivanti dal consumo del cibo crudo.
Altro nome: Yen-ti

Yen-lo-wang
Un dio cinese della terra.

Yi-Ti
Il dio cinese del vino.

Yu
Mitico eroe che riportò il Fiume Giallo nel suo alveo dopo che questo aveva allagato estesi territori.

Yuan-shi tian-zong
Il “Venerabile Celeste dell’Inizio Primordiale”, una delle più alte divinità del Taoismo religioso. È uno dei puri, i cosiddetti San-qing, e risiede nel Cielo della Purezza di Giada. Si crede che nacque all’inizio dell’universo come risultato della fusione di puri spiriti. Dopodichè creò cielo e terra.
In origine era a capo dell’amministrazione del cielo, ma poi – da saggio governante – la affidò al suo assistente Yu-huang. In seguito l’importanza di Yu-huang superò quella dello stesso Yuan-shi tian-zong. All’inizio di ciascuna era o eone trasmette le Ling-pao ching, le Scritture del Magico Gioiello, alle divinità subordinate. Queste a loro volta istruiscono l’umanità negli insegnamenti del Tao. Si crede anche che Yuan-shi tian-zong salvi le anime prigioniere nei vari inferni e le renda libere.
Si dice che Yuan-shi tian-zong non abbia inizio e sia l’essere supremo in assoluto su tutti gli altri, rappresentante del principio di tutti gli esseri. Da lui hanno avuto origine tutte le cose. È eterno, senza limiti e invisibile.
Yuan-shi tian-zong è conosciuto anche con il nome di Tian-bao-jun, Signore del Gioiello Celeste.

Yu-huang
L’”Imperatore di Giada” della mitologia cinese. È una delle divinità più importanti della religione popolare e del Taoismo religioso. Decide personalmente tutto ciò che accade in cielo e in terra, e a questo scopo ha una immensa amministrazione celeste a sua disposizione. Questa amministrazione è la copia fedele dell’amministrazione dell’impero cinese. All’inizio di ciascun nuovo anno i suoi sottoposti salgono al palazzo in cielo e riferiscono a lui. In base a quanto queste divinità hanno fatto fronte bene alle loro responsabilità, l’Imperatore di Giada può promuoverli a gradi più alti o trasferirli ad altri uffici. I suoi rappresentanti sulla terra sono le divinità cittadine Cheng-huang, le divinità locali Tu-di e Tai-yue da-di, le divinità del monte Tai. Questi ministeri sono anche responsabili di svariati fenomeni naturali e aspetti dell’esistenza umana, quali tuono, vento, acqua, fuoco, tempo, montagne sacre, guerra, letteratura ecc.
Nella gerarchia celeste taoista era assistente di Yuan-shi tian-zong, il Venerabile Celeste dell’Inizio Primordiale. Yuan-shi tian-zong si dimise in favore di Yu-huang, rendendolo in questo modo la divinità più importante del pantheon taoista.
Secondo la leggenda, Yu-huang era il figlio di un re. Prima della sua nascita, la madre fece un sogno in cui Lao-jun le consegnava un bambino. Alla morte del padre ascese al trono, ma abdicò dopo pochi giorni. Si ritirò tra i monti, dove attese allo studio del Tao. Quando raggiunse la perfezione, dedicò il resto della vita ai poveri e ai malati, insegnando loro il Tao. Dopo 3.200 periodi del mondo divenne un immortale aureo e dopo altri quattrocento milioni di eoni, l’Imperatore di Giada. Una delle sue sorelle è la madre di Er-lang; una delle sue mogli è la cosiddetta dea dalla testa di cavallo, che regna sui bachi da seta, e una delle sue figlie è Chi Gu-niang.
L’Imperatore di Giada è raffigurato di solito seduto su un trono, con il viso atteggiato a un’espressione severa che intende esprimere calma e dignità. Indossa abiti cerimoniali da imperatore, con draghi ricamati. Porta sul capo il pettine e imperiale, dalla fronte e dalla nuca pendono tredici fili di perle. Nelle mani porta una placca cerimoniale. È uno dei puri, i the San-qing.
Il palazzo di Yu-huang si trova nel Da-luo-tian, il più alto cielo taoista. Da qui regna sull’intero universo, cioè sui cieli inferiori, sulla terra e sulle regioni infere. Custode del palazzo è Ling-guan.
Il culto di Yu-huang cominciò nell’XI secolo d.C., e il suo primo tempio fu costruito nel 1115. Due volte all’anno l’imperatore della Cina gli recava offerte nel Tempio Celeste di Beijing.
Altri nomi: Yü-huang, Yu-di, Shang-di

Yu-huang Shang-di
Il nome dato al supremo dio taoista durante la dinastia Song. Il nome a volte è abbreviato in Yu-di (v. Yu-huang).

Yu-qiang
Dio cinese del mare, nonché dio dei venti dell’oceano. Come dio del mare assume la forma di un pesce e cavalca su due draghi; come dio del vento ha il corpo di un uccello e un volto umano.
Altto nome: Yü-ch’iang

Yu-ren
Letteralmente “uomini piuma”. In tempi antichi gli uomini piuma erano immortali volanti (vedere Xian), il cui corpo era coperto di un manto di piume. Attualmente è una denominazione alternativa dei sacerdoti taoisti.
Altro nome: Yü-jen

Zao-jun
Il “Signore della Terra”, una divinità della terra e della cucina popolarissima nella religione popolare cinese. È anche protettore della famiglia. Una sua immagine o dipinto è fissata sopra la terra e da questa posizione vede tutto ciò che succede in casa e lo riferisce a Yu-huang ogni capodanno. Per indurlo a riferire cose positive all’Imperatore di Giada, la gente gli spalma del miele intorno alla bocca la sera dell’ultimo dell’anno. Di solito è rappresentato circondato da un gran numero di bambini ed è venerato dell’intera famiglia.
Il suo culto risale a prima del secondo secolo a.C. e, secondo la leggenda popolare, ha avuto inizio in questo modo.
Ci fu un tempo un uomo di nome Zhang Lang sposato con una donna molto virtuosa. Questa donna portò buona sorte e felicità nella sua casa. Ma l’uomo s’innamorò di una ragazza e abbandonò la moglie. Ripudiata, la donna fece ritorno alla casa dei genitori. Da quel giorno Zhang Lang fu perseguitato dalla malasorte. La ragazza lo abbandonò, diventò cieco, perse la salute e dovette chiedere l’elemosina per sopravvivere. Destino volle che, andando in cerca di elemosine, un giorno arrivò alla casa della sua ex moglie. Essendo cieco, non la riconobbe, ma lei riconobbe lui. Lo invitò a entrare e gli servì il suo piatto preferito. Questo ricordò a Zhang la felicità perduta e, con le lacrime che gli rigavano il volto, raccontò alla donna la sua triste storia. Lei gli ordinò di aprire gli occhi e, come per incanto, riacquistò la vista e la riconobbe. Provò profonda vergogna per come l’aveva trattata e non riuscì a rimanere alla sua presenza, tanto che saltò a terra, senza accorgersi che c’erano delle fiamme. La moglie tentò di salvarlo, ma riuscì solo a ricuperare una delle sue gambe. Da allora la lingua di fiamma o l’attizzatoio nel linguaggio popolare sono chiamate “la gamba di Zhang Lang”. Pianse molto per lui, delimitò un piccolo spazio sul terreno dove lui aveva perso la vita e gli fece dei sacrifici. Questo fu l’inizio del suo culto come divinità della terra.
Altro nome: Tsao-chün

Zhang Fei
Uno degli dei protettori dei macellai nella mitologia cinese. In origine era un macellaio di Guan Gong, con cui lottò, e di Liu Bei, che li separò. La data del giuramento di amicizia e fratellanza fra i tre si fa risalire al 191 d.C. Poiché questi tre eroi militari giurarono fedeltà nello sforzo di unificare il loro paese, spesso sono soprannominati i Tre Moschettieri cinesi.
Più tardi Zhang Fei divenne nuovamente un commerciante di carni. Ma nel tempio di Guan Gong è annoverato tra i 254 assistenti di questa divinità, uno dei 24 eroi cui meritevoli di riconoscenza per il servizio reso al proprio paese. È un dio composito (cioè è rappresentato con parti dei due animali nei quali si era trasformato): una coda di tre metri con una testa di pantera, mento di rondine e voce di tuono.
Altro nome: Chang Fei

Zhang Guo-lao
Uno dei Ba Xian. Era un taoista vissuto durante la dinastia Tang. Deteneva una carica di alto ufficiale e suscitò la curiosità dell’imperatore, che chiese di lui a un celebre maestro taoista. Questo maestro gli disse che se avesse rivelato la vera identità di Zhang, sarebbe caduto a terra morto. Tuttavia, se l’imperatore in persona fosse andato a piedi nudi e capo scoperto a implorare da Zhang pietà per quel tradimento, Zhang lo avrebbe riportato in vita. L’imperatore promise che lo avrebbe fatto, e il maestro taoista gli rivelò che Zhang era una incarnazione del caos primordiale. Poi cadde subito a terra morto. L’imperatore mantenne la promessa e implorò pietà da Zhang. Zhang allora spruzzò acqua sul cadavere e il maestro fu riportato in vita. Poco tempo dopo Zhang si ammalò e si ritirò tra i monti, dove morì in qualche luogo tra il 742 e il 746 d.C. Quando i discepoli aprirono la sua tomba, la trovarono vuota.
La leggenda vuole che Zhang possedesse un asino bianco magico con cui era in grado di viaggiare per migliaia di chilometri al giorno. Questo asino poteva essere ripiegato come un fazzoletto e portato in una tasca. Per farlo riprendere, bastava spruzzare una manciata d’acqua sul fazzoletto. Il simbolo di Zhang è un banhu, uno strumento in grado di produrre un forte rumore.
Altro nome: Chang Kuo-lao

Zhang Xian
“Chang l’Immortale”. Nella credenza popolare cinese Zhang Xian concede la discendenza maschile. Di solito è accompagnato dal figlio che porta tra le braccia il piccolo figlio maschio che Zhang Xian concede a coloro che credono in lui. A volte anche Song-zi niang-niang si può trovare in sua compagnia. Il Cane del Cielo (Tian-gou), contro il quale protegge i bambini, è spesso rappresentato al suo fianco.
Solitamente è rappresentato dome un vecchio che punta un arco teso verso il cielo.
Altro nome: Chang Hsien

Zhi Song-zi
Il signore cinese della pioggia.
Altro nome: Chih Sung-tzu

Zhi-ni
La dea cinese dei filatori. Tesse splendidi abiti per tutte le altre divinità.
Altro nome: Chih-Ni

Zhong kui
Il dio taoista cinese della vita nell’aldilà e un dio degli esorcismi. Il suo equivalente giapponese è Shoki.
Altro nome: Chung k’uei

Zhong Li-quan
Uno dei Ba Xian. Visse presumibilmente durante la dinastia Han. In un racconto era un maresciallo superiore che in vecchiaia si ritirò sulle montagne. Un’altro riferisce che era un vice maresciallo il quale, dopo aver perso una battaglia contro i tibetani, fuggì tra le montagne, dove cinque santi taoisti lo iniziarono agli insegnamenti dell’immortalità. Alcune centinaia di anni dopo insegnò a Lu Dong-bin, un altro degli otto immortali.
Esistono varie storie sul modo in cui diventò immortale. In una si racconta che incontrò in un bosco un vecchio maestro taoista il quale, su sua richiesta, gli diede dei precetti per ottenere l’immortalità. Poco tempo dopo Zhong lasciò quel venerabile maestro, si girò per gettare un ultimo sguardo alla sua capanna, ma scoprì che era scomparsa. Un’altra versione racconta che durante una carestia Zhong produsse monete d’argento con mezzi miracolosi e le distribuì ai poveri. Un giorno, una parete del suo romitaggio crollò mentre era raccolto in meditazione e al di là di essa scoprì un vaso di giada contenente i precetti per ottenere l’immortalità. Li seguì e rinacque tra gli immortali su una nuvola scintillante.
Il simbolo di Zhong Li-quan è un ventaglio fatto di penne o foglie di palma. È di solito raffigurato come un uomo corpulento, calvo, con una barba che gli arriva all’ombelico. In rappresentazioni degli otto immortali può anche essere riconoscibile dai ciuffi di capelli che gli adornano le tempie .
Altro nome: Chung Li-ch’üan

Zhong-kui
Nella mitologia cinese è il dio della letteratura e degli esami, protettore contro gli spiriti maligni e i demoni. Fa parte dei Gui Xian (una categoria di demoni) perché si suicidò quando non riuscì a ottenere il primo posto negli esami. Suo attributo è una spada di cui si serve per respingere gli animali velenosi come serpenti e scorpioni.
Altro nome: Chung-k’uei

Zhu Rong
Nella mitologia cinese Zhu Rong (o Chu-jung) è il dio del fuoco e sovrano dell’emisfero meridionale. È padre di Gong Gong, un demone che causa le inondazioni. Zhu Rong aiutò a separare il cielo dalla terra. Cavalca una tigre ed è anche chiamato semplicemente Li.
Altro nome: Chu-jung

Zhu-yi
Colui che veste di rosso, una divinità che si trova spesso in compagnia di Wen-chang. Agisce come protettore dei candidati poco preparati per esami ufficiali.
Altro nome: Chu-I

Zi-yu
Il divino inventore della guerra e delle armi. Era raffigurato abitualmente con la testa di bue.
Altri nomi: Chih-yu


 

Testi originali in:
http://www.pantheon.org/

Online da: Febbraio 2014

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