censure anime – SLAYERS – Terminologia religiosa in Slayers

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SLAYERS (Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina)

materiale inviato da: Marichan, Nia-sama, Carlo_Manigoldo

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TERMINOLOGIA RELIGIOSA IN SLAYERS

A cura di Carlo_Manigoldo.

rezoChi ha visto la versione ridoppiata di Slayers della Shin Vision o conosce la terminologia originale dell’opera avrà notato che il titolo di “chierico rosso” Rezo/Zeno (antagonista dei primi episodi) nel doppiaggio Mediaset è stato reso con “monaco rosso”, e avranno pensato subito alla censura della parola chierico, termine che vuol dire prete/sacerdote, e che viene usato nelle traduzioni italiane dei giochi tipo Dangeons&Dragons (a cui Slayers si ispira come ambientazione) per tradurre il termine priest (prete o sacerdote, appunto) che in questo contesto indica gli incantatori che usano la magia divina e che celebrano riti per le varie divinità.

In realtà in questo caso la censura non c’è, poiché in originale Rezo/Zeno viene indicato coma Aka hoshi che effettivamente è traducibile in “monaco rosso” in quanto hoshi è il termine usato per indicare i monaci buddisti in Giappone. A conferma di ciò va fatto notare che il personaggio del monaco rosso riprende molto l’iconografia del monaco giapponese errante, in quanto il suo bastone è visibilmente ispirato al khakkhara (shakujo in lingua giapponese), il bastone sacro effettivamente usato dai monaci e famoso per essere una delle armi di Miroku in InuYasha.

Sono quindi esatte tutt’e due?

Ni! Pur non essendo “monaco rosso” sbagliata dal punto di vista linguistico, è “chierico rosso” quella più precisa da quello del contesto. Il motivo è che nell’immaginario nipponico (come abbiamo visto in anime/manga come Inu Yasha e Saiyuki) i poteri dell’hoshi sono spesso accostabili a quelli di un sacerdote/chierico dei giochi di ruolo, in quanto spesso caccia i demoni con esorcismi o benedizioni (nei giochi di ruolo il termine “monaco” indica più l’idea del monaco esperto in arti marziali del tempio Shaolin). In effetti l’hoshi giapponese è sia monaco che prete, in quanto i templi buddisti fungevano nell’epoca feudale sia da monasteri che da “parrocchia”, raggruppando un gruppo di parrocchiani (o danto i giapponese). Non a caso il termine inglese usato per i monaci giapponesi è priest e non monk.

Tuttavia, effettivamente ci sono state censure sul termine “sacerdote/chierico”. Con l’esclusione dell’episodio “Il regno delle donne” (dove viene usato il termine “sacerdotessa” nei dialoghi) raramente un chierico viene esplicitamente indicato con tale termine: Zeros/Xellos si presenta come “ministro di culto”, mentre Philia come “vestale”. Certo si tratta di termini che richiamano il significato di “sacerdote” e non sono errati, ma è evidente che sono stati scelti in alternativa alla traduzione letterale di priest/priestess.

Anche per il termine “divinità” vale un discorso simile. Finché le divinità rimanevano un concetto astratto e distante il termine veniva usato (si veda per esempio l’episodio “La danza”), quando però appaiono di persona nelle vesti dei draghi ecco che ci si riferisce a loro non come “dei”, ma come “potenze del bene”.

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